12.10.2020 – Dal 31 ottobre al 7 novembre prossimi, a Lecce, si terrà la XXI edizione del Festival del Cinema Europeo.

L’arte cinematografica è da sempre un inesauribile compendio del reale che mescola sapientemente, le fascinose suggestioni del tempo trascorso con la speranza di un domani possibile, in costante equilibrio fra nostalgia e attesa.

In un momento di profonda durezza, come quello che ci tocca vivere, il cinema manifesta, dunque, tutta la sua centralità e si svela per quel che è sempre stato: una irrinunciabile bussola che con soave levità intrattiene ed informa l’umano sull’essenza delle cose e delle epoche e sulla complessità dell’esistenza.

In questa ottica non può che salutarsi con gioia l’annunciata edizione 2020 del Festival del Cinema Europeo di Lecce, rimandata in primavera per l’emergenza Covid, che si terrà dunque in autunno dal 31 ottobre al 7 novembre prossimi.

Come ogni anno il festival è dedicato ad un grande maestro della cinematografia europea: questa edizione omaggia il regista d’oltralpe Oliver Assayas, un autore importante, molto amato dalla critica, che si è distinto per i suoi lavori sempre sagacemente personali, capaci di raccontare la società contemporanea con una lucidità fuori dal comune.

In programma, oltre ad un imperdibile incontro con il regista, che ha accettato di esserci nonostante l’emergenza sanitaria, una vasta retrospettiva con alcune delle sue opere più rappresentative tra cui figurano il recente Sils Maria, con una bravissima Juliette Binoche, e Clean, con la star del cinema asiatico Meggie Cheung.

In concorso, invece, dodici film europei in anteprima assoluta che si contenderanno l’Ulivo d’Oro e dovranno incontrare il favore della Giuria internazionale presieduta dal produttore cinematografico Katriel Schory: HALF SISTER di Damjan Kozole (SLOVENIA, 2019); SISTER di Svetla Tsotsorkova (BULGARIA, QUATAR 2019; SCANDINAVIAN SILENCE di Martti Helde (ESTONIA, FRANCE, BELGIUM, 2019); WINONA di The Boy (nome d’arte di Alexandros Voulgaris) (GRECIA, 2019); LA BELLE INDIFFERENCE di Kivanc Sezer (TURCHIA, 2019; LARA di Jan-Ole Gerster (GERMANIA, 2019); TENCH di Patrice Toye (BELGIO, 2019; OPEN DOOR di Florenc Papas (ALBANIA, 2019); COUNTY LINES di Henry Blake (UK, 2019); TWELVE THOUSAND di Nadège Trebal (FRANCIA, 2019); DISCO di Jorunn Myklebust Syversen (NORVEGIA, 2019); THE SON di Ines Tanovic (BOSNIA & ERZEGOVINA, 2019).

Ad affiancare la selezione ufficiale, come sempre, diverse sezioni collaterali che restituiranno visibilità a generi cinematografici troppo spesso in ombra. Penso al cinema del reale, il documentario, che più di ogni altro con ruvida immediatezza osserva la realtà senza orpelli ed in particolare al cinema breve che da anni ha trovato casa a Lecce, declinato in ogni sua forma attraverso tre distinte aree tematiche.

La XXI edizione del Festival del Cinema Europeo dedica, inoltre, un doveroso omaggio, a 30 anni dalla sua scomparsa, ad Aldo Fabrizi,
indimenticabile protagonista del neorealismo e della commedia italiana che fu.

Un viaggio intriso di nostalgico lirismo nell’opera del grande artista che comincia con la presentazione della copia restaurata da Cineteca di Bologna ed Rti de “La famiglia passaguai” che Fabrizi ha diretto ed interpretato e prosegue con una retrospettiva delle sue opere più celebrate.

A Fabrizi verrà inoltre dedicata una imperdibile mostra, curata dalla nipote Cielo Pessione, che ripercorrerà la sua arte attraverso fotografie ed altri memorabilia tratti dall’Archivio Fabrizi.

Da non perdere, infine, la presentazione del film “Fabrizi & Fellini: lo strano incontro” di Luca Verdone cui seguirà un incontro con il regista introdotto da Enrico Magrelli per ricordare il ruolo fondamentale svolto da Fabrizi nella cultura cinematografica italiana

Anche quest’anno il Premio Mario Verdone, giunto alla sua XI edizione, premierà il giovane autore italiano che più si è distinto per la sua opera prima nella scorsa stagione cinematografica. La giuria, composta da Carlo ,Luca, Silvia Verdone ha scelto la rosa dei finalisti: Phaim Bhuiyan per “Bangla”, Marco D’Amore per “L’immortale”, Roberto De Feo per “The nest – Il nido”.

Un programma, quello del festival del cinema europeo 2020, che si conferma, al di là delle contingenze e della doverosa attenzione alla salute pubblica, diversificato nella proposta ed attento ai gusti di ogni tipo di uditorio.

Una risposta forte e chiara alla necessità, ora ancora più stringente, di coltivare il cinema nel grande orto delle arti.

Un patrimonio di inestimabile ricchezza che supera i limiti del tempo e della storia e ci offre un fugace e magnifico oblio dalle angosce del nostro presente.

I luoghi del festival a Lecce sono ancora in via di definizione.

Bentornato festival!

Simon

www.festivaldelcinemaeuropeo.com