8.08.2021 – Continuano i nostri appuntamenti domenicali con la rubrica Cime sotto l’ombrellone, a cura di Stefano Saponaro e Clappey per Cime di Puglia IN&OUT.

Buona lettura!

Correvano i primi anni 90′, facevo le elementari e sfoggiavo la mia vena artistica sulle piste di ballo: mia madre mi vestiva da pinguino con una cravatta giallo canarino.

Mi portavano con loro in balera il sabato sera, vi assicuro che non è stata un’infanzia facile. L’estate al Parco Atlantide a Torre a Mare ero l’unico bambino in pista durante tango, mazurca e cha cha cha.

L’unica volta che decisi di trascorrere la serata da bimbo normale mi accodai ad un gruppo di coetanei particolarmente vivaci.

Quella sera il leader optò per un gioco cordiale a bordo piscina. Aveva deciso di utilizzare l’ombrellone arrugginito a mo’ di mazza da baseball, sostituendo la palla con le teste degli altri bimbi.

Oggi sono una Cima di Puglia ma all’epoca non ero proprio il più smart tra i miei coetanei…il primo in fila si abbassò con un riflesso perfetto, il secondo, purtroppo, ero io!

Qualcuno mi prese in braccio e mi portò sotto la doccia. Dopo 5 minuti ero steso sui sedili posteriori di una Ritmo decrepita che arrancava sulla tangenziale per raggiungere l’ospedale più vicino.

Ricordo l’infermiera, il dottore, Zia Lina in stato di shock ed il ritorno a casa con tutta Torre a Mare ad acclamarmi.

Ricordo il padre del bimbo killer al mio capezzale. Con 4 punti ed una antitetanica mi ero guadagnato un momento di grande notorietà. Ero un figo, ero diventato qualcuno, ero quello della mazza dell’ombrellone.

ombrellone

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