25.07.2021 – Cari amici buona domenica. Ecco a voi la seconda puntata di Cime sotto l’ombrellone a cura di Cime di Puglia (IN&OUT).
Dalla penna di Stefano Saponaro e dalle matite colorate di Clappey.
Buona lettura.
Quella notte a Corato
Avevo da poco preso la patente. A Corato c’era il concerto gratuito di Mango in piazza. Sul “gratuito” mia madre non ebbe esitazioni, uno dei suoi artisti preferiti a soli 40 minuti di strada da casa e per di più alla “sgroscia” (senza pagare).
Neanche la solita scusa di mio padre funzionò: solitamente per evitare queste uscite del sabato sera il pantofolaio faceva leva sulla paura del furto della macchina nuova o delle gomme appena cambiate. La scelta dipendeva dal contesto storico. Le provava tutte pur di rimanere sul divano a vedere la Raffaella nazionale in Carràmba! Che sorpresa.
In questa diatriba prevalse ovviamente mia madre, la trasferta a Corato rappresentava anche un’ottima opportunità di esercizio alla guida per me. Ed eccoci in una sera d’estate a bordo della Punto Sole Verde Stelvio verdeggiante. Per chi non lo sapesse il modello Sole si chiamava così perché non era dotato di aria condizionata. Mia madre non la sopportava.
La macchina raggiungeva pertanto temperature mai registrate sul nostro pianeta, da qui il nome originale degli amici della Fiat. A metà strada ero completamente pezzato, sudavo anche dalle orecchie e dal naso.
Chi mi conosce sa benissimo la gravità della mia iperidrosi estiva nasale…forse scaturita proprio a causa di quella maledetta macchina. In dotazione non aveva nulla a parte il bloccasterzo, un modello emblema della frugalità che ha sempre contraddistinto la famiglia Saponaro, anche la mia.
Giunti a Corato ci rendemmo conto che la nostra idea quella sera l’avevano avuta anche tanti altri baresi fanatici dell’evento gratuito. Parcheggiamo a qualche chilometro dal palco, quasi a Ruvo e partimmo a piedi alla volta del concerto.
Dell’evento non ricordo granché eccetto la felicità di mia madre, la bellissima voce di Mango, l’odore di olio, l’accento del pubblico che lo acclamava e la faccia di mio padre che non vedeva l’ora di tornare a casa.
Di ritorno ci fermammo a mangiare un’ottima pizza al cofano (ovviamente sul cofano di un altro altrimenti che gusto c’è). Raggiunta la macchina a mezzanotte ci fu il colpo di scena.
L’unico optional della macchina, il bloccasterzo, ci tradì. Eravamo bloccati in terra straniera, il colpo per mio padre fu durissimo. Per la compassione partì un convoglio da Bari guidato da Zio Vito e mio cugino Alessio che guidarono nella notte per venire a salvarci. Ci trovarono in macchina a dormire, unica modalità per ottimizzare l’attesa all’una di notte nel cuore della campagna di Corato.
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