Sabato 2 Gennaio presso il Teatro Margherita di Bari si è svolto il dialogo interreligioso nell’ambito del programma Il Mondo di San Nicola, rassegna di incontri intorno alla figura del santo patrono di Bari con la direzione artistica del regista Francesco Brollo, presente a tutti gli appuntamenti. L’evento, anticipato con la preghiera ecumenica del giorno di Capodanno, ha riunito alcuni rappresentanti delle religioni monoteiste per un momento di riflessione e di dialogo in nome di un solo ed unico Dio, chiamato solo in modo diverso.

L’incontro ha visto la partecipazione di Michele Loconsole, vice-presidente della Fondazione Nikolaos, che ha introdotto l’importanza della figura di San Nicola come simbolo dell’ecumenismo, intorno al quale si apre un dialogo tra mondo cristiano e interreligioso, preziosa opportunità per un arricchimento vicendevole. Ad introdurre questo particolare momento era presente Don Angelo Romita, direttore dell’Ufficio per l’Ecumenismo che, assieme al giovane e carismatico Don Alfredo Gabrielli, coordina tutte le attività ecumeniche della diocesi di Bari-Bitonto. Hanno partecipato inoltre la signora Paola Bolsi in rappresentanza della comunità Baha’i di Bari e l’Imam Sharif Lorenzini, vice Presidente della Comunità Islamica della Puglia.

“Non esiste spiritualità autentica sganciata dal rapporto con gli altri”:  questa è stata una delle ultime frasi dell’intervento della signora Bolsi e che ben riassume il filo conduttore di tutto l’incontro ossia l’importanza del rapporto con gli altri per avere un rapporto con Dio.

Tutti i rappresentanti presenti hanno insistito su questo aspetto, permettendo al pubblico di comprende fino in fondo quanto non ci sia una differenza sostanziale tra le religioni. Dio desidera infatti la stessa cosa ossia l’attenzione verso gli altri come mezzo per ricongiungersi a Lui. L’Imam Sharif ha sottolineato come nell’Islam il perdono da parte di Dio è subordinato al perdono dell’altro, solo amando l’altro si può amare Dio/Allah, solo amando nell’altro ciò che si ama per se stessi si può compiere la propria fede.

Don Alfredo si è soffermato sul concetto di preghiera che non è una contemplazione diretta di Dio ma giungiamo a Lui nella contemplazione dell’altro. Il nostro tramite è Gesù che ci permette, insegnandoci il Padre Nostro, di metterci in comunione gli uni con gli altri. La preghiera dunque non è un atto intimistico ma apre al rapporto con il prossimo.

La signora Bolsi ha completato il discorso ricordandoci come ognuno di noi è ricco di gemme preziose e l’educazione religiosa deve aiutarci a ricercare la nostra preziosità interiore per poter a nostra volta donarla agli altri.

L’incontro si è poi concluso con molte domande rivolte soprattutto all’Imam Sharif, deviando un po’ il baricentro del discorso verso i fatti di cronaca recenti. Quello che è emerso è che c’è molto desiderio da parte delle persone di comprendere piuttosto che di condannare. Una considerazione a lieto fine per questo momento interreligioso a cui speriamo ne seguiranno molti altri perché l’uomo smarrito desidera solo ritrovare un po’ di serenità.

Manuela Bellomo

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