16.11.2016 – Continuano gli appuntamenti della XXXI edizione del Festival Time Zones, diretto da Gianluigi Trevisi, stavolta con tre date dedicate al pianoforte: chamber musica del terzo millennio, una “piano zones” che prosegue dopo il brillante esordio di Emanuele Arciuli lo scorso 21 ottobre all’ Anche Cinema Royal con il fortunato “American Landscapes in bianco e nero per 5 tastiere”.

A fare da location alla sezione, l’ Auditorium diocesano Vallisa di Bari che, dopo i due appuntamenti dedicati alla letteratura ( 8/11 -Calvino le interviste con Paolo Panaro e Rosario De Gaetano – 9/11 Borges le interviste con Paolo Panaro e Pit Campanella)  venerdi 11 novembre ha fatto da cornice alla suggestiva musica del compositore, pianista e scrittore Anton O’ Breskey, accompagnato magistralmente dal violoncello di Davide Viterbo. ù

Antonio Breschi, nato a Firenze nel 1950, diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze oramai si divide tra l’Italia e l’Irlanda. Egli rappresenta uno dei musicisti più innovativi del panorama musicale internazionale, conosciuto per il suo linguaggio musicale denominato “celtic piano” è stato il primo ad introdurre il pianoforte nella musica tradizionale irlandese e nel flamenco, diventando così l’ antesignano di quel movimento di contaminazione che negli anni ’80 prese il nome di World Music .

Il suo pianismo  dalla cifra stilistica inconfondibile rappresenta la perfetta integrazione tra minimalismo, jazz, flamenco, blues e musica irlandese e le sue composizioni contenute nei suoi oltre quaranta albums, riuniti nella collana Nomadic Piano Collection , spesso sono state eseguite nei più prestigiosi teatri nel mondo e sono diventate colonne sonore per il cinema, il teatro e la danza. Ad accompagnarlo sul palco, il compositore, violoncellista e sound engineer barese Davide Viterbo, artista poliedrico dalle mille sfaccettature, noto al grande pubblico  per le sue attività e competenze in diversi ambiti artistici.

Chitarrista nella formazione post punk degli Skizo (1980),  fondatore dei Nura e autore dello straordinario cd  “Distant City”, Davide Viterbo ha collaborato con artisti di calibro internazionale come Moni Ovadia,  Renè Aubry, Gabin Dabirè, Ronnie Drew, Nancy Elizabeth, Massimo Urbani e Radiodervish. Sono circa le 21 quando Anton’ O Bresky sale sul palco camicia rossa e gilet nero, iniziando impetuosamente con “Limerik rake variations” a cui seguirà il brano “Irish meditation“, costruito sulla scala pentatonica e la dolcissima ed evocativa “Chinish Irish”  dedicata al pubblico barese e a quel “linguaggio dei luoghi” tanto amato dal compositore.

Antonio Breschi visibilmente emozionato per la calorosa accoglienza da parte del pubblico barese, narra della sua lunga e proficua collaborazione con Folco Quilici per poi presentare il compagno di viaggio oramai storico Davide Viterbo, al suo fianco in numerose produzioni. Il toccante violoncello di Davide Viterbo ben si sposa con i virtuosismi pacati e mai banali di Breskey e il viaggio musicale prosegue tra cenni jazz, pulsioni ritmiche e sonorità tipiche del flamenco come in “Punta Umbria“. Seguiranno “Dolphin  Waltz“, “The new moon“, “Buenos Aires”,“Waterville” e “Gig in the castle” con  “Irish bugie” come bis finale. Si cambia decisamente scenario con il secondo set della serata dedicato all’ artista cresciuta sulle rive del lago Lemàno in Svizzera di origini nepalesi Aisha Devi, fondatrice della label Danse Noire ed autrice nel 2011 dell’ esaltante album “Dust Collision” a cui seguirà l’ Ep che raccoglie il binomio “Hakken Dub”/”Throat Dub” (2014).

Nella performance barese di grande impatto emotivo, l’ artista ha saputo ben esprimere la sua cifra stilistica, tesa a coniugare l’ elettronica con richiami mistici e trascendentali grazie ai mantra vocali e droni sacri proiettati, e a riconnettere l’ ascoltatore al suo perenne divenire, inteso ad una perfetta simbiosi di materia e atman .

http://www.nomadicpiano.com/

Claudia Mastrorilli