2.08.2016 – Il regista Paolo Panaro continua a viziarci con “bon bon irresistibili”. Definire una pièce teatrale come fosse un cioccolatino golosissimo, potrebbe far rabbrividire i critici di teatro ma i lavori che il Centro Diaghilev ci presenta lasciano una tale dolcezza ed un tale gusto, da voler scartare immediatamente il cioccolatino successivo e sperare che la preziosa scatola rimanga sempre piena.

Qualche settimana fa abbiamo assistito ad un nuovo lavoro di Panaro sull’opera di Miguel Cervantes, Don Chisciotte, che nella trasposizione del regista diventa “Don Chisciotte, l’avventura”, la seconda parte di uno studio condotto nell’ultimo biennio. Assieme a lui i bravissimi attori Elisabetta Aloia, Carlo D’Ursi, Francesco Lamacchia, Loris Leoci, Vito Lopriore, Antonio Repole, Rosaria Ximenes e i musici: Angelo De Leonardis (baritono), Pierluigi Ostuni (tiorba), Mariangela Lippolis (flauto). Assistenza alla regia di Giulia Sangiorgio.

La messa in scena si è svolta nel Chiostro di Santa Chiara a Mola di Bari, fresco di restauro e sede distaccata dell’Accademia delle Belle Arti.

La storia è nota a tutti, si raccontano le avventure di un uomo comune che crede di essere un cavaliere e, in compagnia di un ridicolo scudiero, attraversa la terra di Spagna determinato a salvare damigelle in pericolo, a sanare le ingiustizie e aiutare i bisognosi. E anche se i suoi nemici sono in realtà un gregge di pecore o dei mulini a vento, lui rimane comunque un coraggioso cavaliere, anche se non del tutto sano di mente.

La pièce si svolge al centro del chiostro, intorno al pozzo, in uno scenario suggestivo ed emozionante. Vengono ripresi alcuni episodi significativi del cavaliere e del suo fido scudiere, rivelando come i contenuti dell’opera e i suoi personaggi si sposino molto bene con la realtà che siamo chiamati a vivere oggi. Tra il cavalleresco e il picaresco si rincorrono, intorno al pozzo del Chiostro di Santa Chiara, realtà e immaginazione in un crescendo di ilarità, frustrazione e l’inevitabile amarezza finale.

Bravissimi i musici che avvolgono gli spettatori con la musica antica e rendono il tutto ancora più interessante.

Un plauso agli attori che nonostante il momentaneo blackout elettrico, che ha funestato una delle repliche, sono riusciti a continuare la recita, in un semibuio, senza la minima difficoltà, rendendo lo spettacolo ancora più apprezzabile.

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Manuela Bellomo