28.05.2015 – Il 23 Maggio è stato proiettato a Lecce presso le Officine Cantelmo, il film documentario “Rinascere in Puglia”.

Si tratta di un delicato spaccato di una storia, a noi apparentemente ormai lontana, che però non si può né dimenticare né limitare in una delle tante e blasonate giornate della memoria.

“Rinascere in Puglia” parla della Shoà a casa nostra, in Puglia. Parla del dopo, della rinascita, del voler andare avanti, perché nonostante tutto chi si è salvato ha cercato di continuare a vivere, anche nascondendo ai propri figli quel dolore acuto che nessuna cura ha potuto cancellare.

Il film non vuole però solo raccontare il dopo Shoà ma vuole esaltare soprattutto quel clima di accoglienza tipico della Puglia, e del Salento in particolar modo, che ha permesso a persone vissute nel buio del terrore di riprendere gradatamente il sorriso ed una vita normale.

Questo film nasce dalla storia di tre donne nate a Santa Maria di Leuca, nei campi profughi, allestiti in Puglia, a Bari, Barletta, Leuca, Santa Maria al Bagno, Santa Cesarea e Tricase Porto. Qui i profughi venivano curati fisicamente ed emotivamente prima di decidere dove dirigersi. Alcuni, pochi in realtà, tornarono verso i paesi di origine, altri scelsero l’America, il Sudafrica, altri ancora decisero di rimanere in Salento.

Rivka, Shuni ed Ester, israeliane nate a Leuca tra il 1946 e il 1947, raccontano la storia dei loro genitori, deportati nei lager, liberati per essere inviati nei campi di transito in Salento dove hanno iniziato una nuova vita.

Rinascere in Puglia rientra nell’ambito della Rassegna “Europa e dintorni” organizzata da Europe Direct Salento, con la regia Yael Katzir e la sceneggiatura di Gady Castel per Katzir Productions.

Alla proiezione hanno partecipato la regista, lo sceneggiatore e due delle promotrici del film, le due “figlie di Leuca” Rivka Cohen e Shuni Lifshitz .

Il tutto è stato coordinato da Fabrizio Lelli, docente di ebraico presso l’Università del Salento, curatore del sito www.profughiebreinpuglia.it.

Manuela Bellomo