23.04.2024 – La Stanza di Jacob di Virginia Woolf, a cura del Teatro delle Bambole, ha fatto il suo debutto nazionale nell’intimità del Teatro Duse a Bari, un piccolo spazio per godere di un grande lavoro, pubblicato nel 1922, che ha completamente rivoluzionato il modo di scrivere dell’autrice inglese.

Lo spettacolo, per la regia di Andrea Cramarossa e l’interpretazione suggestiva di Federico Gobbi, rientra nel progetto di ricerca del Teatro delle Bambole “Dalla Letteratura al Teatro” ed è stato realizzato con il sostegno di OTSE – Officine Theatrikés Salento Ellàda.

La messa in scena segue il solco tracciato dalla ricerca attuale del gruppo Teatro delle Bambole, che vuole entrare, così, nel profondo senso di opere letterarie (e nelle biografie dei rispettivi scrittori) che hanno mutato il modo di concepire il romanzo o il racconto, facendo delle loro opere un punto fermo da cui si propagano forme significanti di inestimabile valore. Il solco è stato aperto con La Mite di Dostoevskij, tracciato con Cenere di Grazia Deledda e ad oggi ancora con La stanza di Jacob della Woolf.

E’ la stanza di un bambino, quella offerta al pubblico del Duse. Pupazzi e giocattoli invadono il piccolo palcoscenico in cui incombe la grande figura dell’unico attore in scena, Federico Gobbi, che come sempre colpisce per la sua capacità di affrontare il personaggio o, in questo caso, i personaggi che agiscono.

A tal proposito nel corso della presentazione dello spettacolo e del Vernissage della mostra “Jacob nella Foresta”, l’eclettico artista Andrea Cramarossa ha spiegato che ha sentito l’esigenza dell’atto performativo perchè non è bastata la scrittura, ma, in realtà, occorre aggiungere, non è bastato nemmeno l’atto performativo in quanto, mentre lavorava sulla messa in scena con l’unico attore, Federico Gobbi- e con diversi personaggi – ha sentito la necessità di ritrarre il volto di JACOB, persona e personaggio dalla consistenza impalpabile andandosi a collocare così nella foresta essendo risaputo che sia il luogo in cui ci si perde, in cui Jacob si è perso.

Jacob si perde diventando ora ragazzo, ora giovane, ora adulto, attraverso però coloro che l’hanno conosciuto, i ricordi, le fotografie, i tantissimi oggetti della stanza proprio come una sequenza di immagini cinematografiche montate dalla stessa moderna scrittura della Woolf. Oseremmo coniare, per tale lavoro caratterizzato dalla commistione in 3D di più forme d’arte, la parola “biodramapicture”.

Jacob muore durante la Prima Guerra Mondiale e si sente forte il peso di questa fine straziante in tutto lo spettacolo.

Tramite i giochi di luce e ombra la macchina da presa di Woolf-Cramarossa propone un susseguirsi di immagini che si inseguono con un ritmo sostenuto, inserite anche una dentro l’altra, con cambi di scena, costumi e personaggi. Il tutto è inserito nel contesto della campagna inglese che fa da sfondo invisibile al racconto.

La natura è un tema molto caro al Teatro delle Bambole e spesso ricorre negli spettacoli creati così come anche i giocattoli, i pupazzi, le maschere, elementi tutti di stilemi di una regia complessa che pianta un seme che nel tempo rinasce, si impara a conoscere e ad apprezzare.

La Stanza di Jacob non è un lavoro immediato ma è uno di quegli spettacoli che va ripensato il giorno dopo quando quel seme gettato in scena si apre alla riflessione.

jacob

LA STANZA DI JACOB di Virginia Woolf

Con Federico Gobbi.

Regia di Andrea Cramarossa.

Casa Madre: Teatro delle Bambole.

Progetto di ricerca: “Dalla Letteratura al Teatro”.

Col sostegno di OTSE – Officine Theatrikés Salento Ellàda.

JACOB NELLA FORESTA di Andrea Cramarossa,

Banca Generali Private (Via Cairoli, 50 – Bari)

Visitabile fino al 30 aprile 2024 (lun. – ven. 9.30 – 12.30).

Ingresso libero.

www.teatrodellebambole.it

Manuela Bellomo

Emilia Brescia