4.04.2017 – Ancora nell’ambito della rassegna “Switch-Illuminazioni-Molte strade portano al Piccolo”, organizzata dalla Compagnia del Sole in collaborazione con il Piccolo Teatro di Bari “E. D’Attoma”- Stagione 16/17, il 25 e 26 marzo scorsi è andato in scena, nell’antesignano spazio teatrale di Strada Privata Borrelli, 43, lo spettacolo teatrale Shakespeare…love. Testo scritto dall’indimenticabile Franco Damascelli, diretto da Roberto Petruzzelli e dallo stesso interpretato con la collaborazione di Enzo Vacca e Nietta Tempesta.
Nella variegata ed ampia gamma di produzioni teatrali che da qualche tempo coinvolge Bari ed il suo hinterland, appropriata è risultata la scelta di offrire questo spettacolo alla vigilia della 45esima Giornata Mondiale del Teatro che si celebra ogni anno il 27 marzo.
Tale data ormai da quindici anni coincide con quella in cui è iniziata, e mai dimenticata, l’assenza del compianto Franco Damascelli, uomo di valori, regista, attore ed autore di rara professionalità e talento (ha lavorato per la RAI) che a pieno titolo merita di essere ricordato in tale vigilia. Alla fine dello spettacolo, un brevissimo amarcord ha rimandato al glorioso CUT, appunto dei tempi di Franco Damascelli, Maurizio Micheli, Michele Mirabella, Roberto Petruzzelli, Francesco Marazia, Teresa Ludovico, e molti altri che vorranno scusare la non menzione per esigenza di brevità di scrittura.
In scena, allora, in questa importante vigilia, da vero mattatore, Roberto Petruzzelli, anche in veste di regista, a raccontarci della “filosofia” dell’amore, croce e delizia dell’umanità.
Con la complessa tecnica metateatrale il protagonista interpreta il ruolo di un attore alle prese con la prova aperta: Petruzzelli è stato tanto bravo nell’interpretazione che gli astanti hanno creduto di assistere anch’essi ad una prova aperta e non ad un vero e proprio spettacolo: i costumi hanno supportato tale finzione e l’attore (personaggio) nella prova spiegava che gli abiti indossati nella quotidianità erano appropriati anche per la scena dei drammi del Bardo per consentire la massima credibilità dei personaggi.
La “prova aperta” dell’attore passa attraverso l’interpretazione della poesia di Eugenio Montale “Ho sceso , dandoti il braccio”, ricordando Ibsen, per approdare ai drammi shakespeariani non senza dimenticare la nota storia d’amore di Orlando per Criseida per dar spazio ad interrogativi quali “dove sta l’amore?”, “dove nasce:nella mente o nel cuore?”.
L’incipit di questi amori classici viene subito alternato all’ironico racconto delle giovanili pene amorose dell’amico coetaneo Lorenzo Lorusso.
Insieme a quelle, poi, anche le pene del protagonista (l’attore che prova lo spettacolo) riaperte da una scatola di cioccolatini, tipici di ogni romantica storia d’amore che si rispetti, donata da una ragazza che, però, non gli corrisponde lo stesso sentimento d’amore. La convincente interpretazione ironica dell’evento è supportata dai puntuali interventi da clown naif dell’altrettanto bravo interprete Enzo Vacca nel ruolo dell’aiutante di scena.
Lo spettacolo continua a svilupparsi attraverso gli amori dei personaggi del Bardo, a volte interpretati da bellissimi burattini (Giulietta e Benedetto) costruiti e manovrati dallo stesso Petruzzelli: dal dramma di Romeo e Giulietta, con i suoi famosi aforismi come“E’ inutile cercare chi non vuol essere trovato”, passa all’amore di Petruccio della Bisbetica domata, a quello geloso di Otello (“ …è un mostro dagli occhi verdi che dileggia il cibo di cui si nutre…”) , a quello tra Cressida e Troilo e al tradimento della prima sul secondo.
La prova aperta si chiude con il personaggio di altra attrice, interpretato dall’instancabile Nietta Tempesta, cameo presente in tutta la pièce, che interpreta il famoso monologo dell’otelliana Emilia a riequilibrare la portata dei tradimenti amorosi fra i generi.
Le musiche originali di Enzo Cardone cedono, al termine della piecè, all’atmosfera canzonatoria del testo “Ah l’amore…” del più conosciuto Bruno Lauzi.
Del testo di Damascelli, da annoverare ormai tra i classici degli autori contemporanei, si apprezza la descrizione del rapporto tra i personaggi del Bardo e quelli contemporanei tutti interpretati dal medesimo protagonista che non perde occasione per raccontarli ed intrecciarli magistralmente parlando delle pene e delle gioie dell’amore di uomini e donne di tutti i tempi.
In questo classico dei classici è stata sapientemente operata l’eliminazione del disagio con il Bardo, della distanza e della riverenza autoriale, avendo lasciato a quegli le regole e le convenzioni del suo tempo diverse da quelle che imperano oggi, ma comunque capaci di rispondere alle sollecitazioni della nostra epoca, caratteristica tipica della porosità dell’opera shakespeariana.
Inoltre, attraverso la rappresentazione di personaggi contemporanei e antichi nel corso della prova aperta, egregiamente interpretati da Roberto Petruzzelli, con la tecnica del metateatro, così cara anche Shakespeare, la pièce fa gustare la sublimazione universale dell’amore permettendo ad ogni spettatore di riflettersi e di compiacersi, non senza ringraziare, per l’ora d’amore intensamente vissuta.
Emilia Brescia