15.09.2025 – Venerdì 19 settembre, alle 21 al Teatro Kismet di Bari, si inaugura la settima edizione di «Esplorare 2025», la rassegna di danza organizzata dalla Compagnia AltraDanza con la direzione artistica di Domenico Iannone, il sostegno del Ministero della Cultura, della Regione Puglia, in collaborazione con i Comuni di Bari, Monopoli, Molfetta e Conversano, oltre a Teatri di Bari e Puglia Culture.
In scena lo spettacolo «Oedipus», firmato alla regia da Andrea Cramarossa, una produzione della Compagnia AltraDanza, in collaborazione con Teatro delle Bambole. La performance mescola teatrodanza e teatro di ricerca, ed è liberamente ispirata alla tragedia omonima di Seneca. Lo spettacolo, della durata di 60 minuti, vedrà in scena gli attori Paola Altamura, Chiara Bianchi e Federico Gobbi, insieme alle coreografie di Domenico Iannone con la compagnia AltraDanza, formata da Silvia Di Pierro, Paola Altamura, Elisa Carbone, Noemi Cassanelli, Marina Roselli, Rebecca Iannone. Light Designer è Roberto De Bellis, le musiche sono di Grazia Bonasia. Ospite prestigioso, in scena, il sassofonista Roberto Ottaviano.
Il capolavoro del filosofo e drammaturgo romano, cuore pulsante di questo nuovo adattamento per il teatro, si presta ad una visione del corpo dell’arte teatrale in quanto teatro totale. In questo movimento perenne e celeste, terragno e fluido, feroce e dolcissimo, si presentano i personaggi calati dalla storia dell’umanità, quali fantasmi di un ideale di bellezza assoluta. In un tentativo continuo di trasformazione dello spazio teatrale rettangolare in uno spazio circolare, in quanto parafrasi di una visione contemporanea dell’Es teatrale.
«Il mito di Edipo – spiega Andrea Cramarossa, che da quattro anni lavora dietro questa ricerca – ha da raccontare di noi, in questa realtà umana vivente, in questa celebrazione delle ostilità e delle vacuità: ed ecco che risorge, proponendo un confronto minimo e etico, al principio della nostra immagine».
Nell’«Oedipus» di Seneca il mito diventa specchio dell’animo umano. Non è solo la storia di un uomo che uccide il padre e sposa la madre, ma il racconto di un viaggio oscuro dentro la colpa, l’illusione e la ricerca della verità. A differenza della versione di Sofocle, quella latina accentua i toni visionari e rituali, avvolgendo lo spettatore in atmosfere cupe e potenti. Edipo appare così come simbolo universale: fragile e indifeso di fronte al destino, ma costretto a guardare la realtà senza più veli, con la consapevolezza che la conoscenza porta con sé dolore e rivelazione.
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