2.02.2014 – Lo studio certamente c’è e si fa apprezzare da subito assistendo allo spettacolo. Forte…attuale…divertente…satirico…sollecitante…eccitante…brioso…moralizzante: tutto questo ed altri aggettivi ancora è lo studio teatrale dell’opera di Aristofane effettuata dal sociologo, scrittore e regista tatrale Fabio Tolledi il quale collocatosi a latere della scena insieme ad altro musico-attore, e musico lui stesso, declama le didascalie di quelle che saranno le azioni teatrali, quasi fosse il creatore di un fumetto.

Accade allora che dalla rivolta, o se si preferisce rivoluzione delle donne, che decidono di vivere in castità fino a che gli uomini non cessano il fuoco della armi, viene generata la pace e quindi, la vita e l’amore.Da questa deliberazione muliebre è stato costruita l’opera di Aristofane nel ‘400 circa a.C., mentre è stata ben parafrasata ed attualizzata ai giorni nostri dal regista Fabiolo Tolledi. Dalla scelta delle donne di rimanere in castità la satira sull’oscenità del potere del nostro tempo si manifesta a tutto tondo e con essa la riflessione sul distorto potere che spende soldi per acquistare armi e fare guerre come anche sull’uso del corpo che genera violenza e scambio con il potere stesso al punto da far dire alle stesse donne in un lavoro corale“Eroi de lu c….u!” parodiando massimamente il ruolo del soldato e dei personaggi politici dei nostri giorni che invece di perseguire il bene comune di uomini e donne si preoccupano solo di realizzare particolarissimi propri interessi. Che oscenità!

Ma lo spettacolo va oltre e sempre partendo dalla scelta della castità il regista fa emergere chiara la riflessione sul desiderio in ogni sua manifestazione , ma allo stesso tempo offre anche la chiave di lettura umanistica della sessualità sicchè dà forza a quella separazione tra vita e morte, ad una sessualità trascendentale che si smaterializza nell’ equilibrio affettivo dell’amore (al di là della diversità dei sessi!) e finan’anco quando vi sono i nudi di scena!

E se è censurabile fare i moralisti (giacchè chi è senza peccato scagli la prima pietra!) non si può non ribellarsi e rimanere indifferenti dinanzi all’oscenità del potere, anche attuale, così come lodevolmente han fatto le donne di Aristofane visto gli ottimi risultati raggiunti (la pace) e quelle dell’opera di Tolledi che evidentemente continuano a gridare anche alle Donne viventi di continuare nel nostro ruolo di generatrici anche di pace. Anche sotto un aspetto più tecnico lo spettacolo merita di esser visto: sia perché pochissime volte sono state rappresentate le commedie di autori classici come Aristofane, e sia perchè l’adattamento testuale oltre che la messa in scena pur attualizzati non alterano la struttura dell’opera aristofanesca. E poi è uno spettacolo completo perché vi è recitazione, danza, canto, musica, improvvisazione, ed oltre a far anche ridere, sorridere e divertire tratta temi così importanti e seri in modo divertente. Plauso anche per i bravi interpreti.

Uno spettacolo da non perdere e, una volta visto, da rivedere e consigliare.

Emilia Brescia