02.04.2015 – Per il secondo appuntamento della stagione lirica barese al teatro Petruzzelli , è andata in scena la prima dell’opera di Giacomo Puccini, Madama Butterfly. La tragedia giapponese, in tre atti, su libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giocosa, è piaciuta al pubblico che, non solo si è dilungato negli applausi finali ma, contrariamente all’etichetta teatrale, ha anche mostrato il suo apprezzamento al termine dell’aria più famosa della Madama Butterfly, “Un bel dì vedremo”.

L’opera pucciniana, realizzata con la regia di Fabio Ceresa e diretta dal giovane maestro molfettese Giuseppe Contini , nasce dalla collaborazione della Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e della Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. La scenografia, sobria ed essenziale, in perfetto stile giapponese, lascia senza fiato soprattutto all’arrivo del corteo nuziale in cui si fondono tutti gli elementi più belli di questa Madama Butterfly, scene, costumi, voci e luci, un melange armonioso ed emozionante. L’orchestra interpreta l’opera pucciniana in modo vigoroso, trasformando la musica in una ulteriore voce che talvolta accompagna, talvolta dialoga con i personaggi che si alternano sulla scena. La soprano Alexia Voulgaridou, Cio-cio-san, regna sulla scena in maniera incontrastata con la sua voce poderosa sovrastando in molti momenti, anche il tenore Angelo Villari, F.B. Pinkerton.

Madama Butterfly è Cio-cio-san, una geisha di quindici anni che vive a Nagasaki e di cui Pinkerton, Ufficiale della Marina Americana si invaghisce al punto da sposarla. Cio-cio-san è innamorata e per amore rinnega i suo avi e la sua religione, l’ufficiale americano la sposa solo per gioco e subito dopo torna in America con la promessa che sarebbe ritornato in primavera, nella stagione in cui i pettirossi fanno il nido. Sono passati tre anni e Pinkerton non si è ancora fatto vivo, Cio-cio-san continua ad attenderlo, certa del suo ritorno, accanto al bimbo avuto da quei brevi momenti di vita coniugale. Accanto a lei è sempre vigile e presente la fedele Suzuki che si strugge nel vedere la padrona addolorata e, soprattutto, completamente priva di mezzi di sussistenza. Vani i tentativi di farla sposare di nuovo con il ricco pretendente Yamadori. Nel frattempo il Console Sharpless si reca da Butterfly per leggerle la lettera ricevuta da Pinkerton in cui egli annuncia il suo ritorno con la moglie americana Kate.

Ma Cio-ci-san continua a credere che il marito tornerà e infatti all’improvviso un colpo di cannone annuncia l`arrivo di una nave da guerra nel porto, la nave di Pinkerton. Le speranze di Butterfly si sgretolano quando la donna si rende conto che Pinkerton, avvisato dal Console della presenza del bambino, è tornato solo per prendere il piccolo con sé e portarlo in America con la sua nuova moglie. A quel punto senza i mezzi per dare al figlio la vita che meritava e privata del suo amore, Cio-cio-san decide di togliersi la vita. Quando inkerton, preso dal rimorso sopraggiunge, è troppo tardi, Madama Butterfly, dato l’ultimo abbraccio al figlio, si è immersa un pugnale nel petto facendo Harakiri. La nascita della Madama Butterfly è piuttosto sofferta, Puccini non era mai stato in Giappone ma aveva assistito a New York, nel marzo del 1900, al dramma Madame Butterfly messo in scena da David Belasco, che a sua volta era tratto da un racconto dell`americano John Luther Long frutto dei racconti della sorella tornata da un soggiorno in Giappone ed apparso, nel 1898 con il titolo di Madam Butterfly.

Puccini rimase molto colpito dalla messa in scena di Belasco e decise di dedicare alla piccola geisha di Nagasaki la sua sesta opera, dopo Le Villi, Edgar, Manon Lescaut, La Bohème e Tosca. Il Maestro si informò su usi, costumi e musiche giapponesi e si fece trascrivere dalla moglie dell`ambasciatore giapponese alcune melodie di canzoni native, ascoltò dischi in lingua e si fece modificare i nomi dei personaggi in modo che fossero più realistici. La prima della Madama Butterfly andò in scena il 17 febbraio1904, al Teatro Alla Scala di Milano, ma fu un grande fallimento. Puccini però non si arrese, modificò alcune arie e ripresentò Madama Butterfly a Brescia al Teatro Grande il 28 maggio dello stesso anno: questa volta fu un successo. La Madama Butterfly subì altri rimaneggiamenti successivi per le rappresentazioni del 1906 al Covent Garden di Londra ed al Theater National de l`Opèra-Comique di Parigi e in seguito Puccini scrisse anche un assolo per Yakusidè, lo zio ubriacone di Cio-cio-san, questa versione però non fu mai pubblicata.

Manuela Bellomo