30.07.2020 – Dispari di Josè Stancarone si offre al lettore, già dalle prime pagine, in tutta la sua originalità.

A metà strada tra un romanzo breve e un saggio, Stancarone sviscera il concetto di diversità offrendone una visione tutta sua, condita con elementi presi dal mondo della matematica e della logica.

Quindi scopriamo la “quinta dimensione” laddove ognuno custodisce la propria autenticità, quella meravigliosa parte di noi che ci rende unici e diversi dagli altri.

E’ alla diversità appunto che il libro è dedicato ma a questa parola Stancarone “cambia i connotati” e il diverso diventa “dispari“.

“[…] Mi ha sempre incuriosito il fatto che gli anglosassoni associno la stessa parola ai due significati, dispari e strano. Se ci pensi, un numero dispari è composto da un numero pari, bello e divisibile, più una unità. Praticamente il numero dispari è un numero pari più qualcosa. Trovo questa analogia perfetta per definire il significato di strano. Cioè un’unità più in là di ciò che è perfetto o quantomeno omologabile. Il numero dispari esce dallo schema della perfezione. Mi piacerebbe che un giorno la parola dispari venisse usata per definire qualcuno strano, ma nel modo giusto.

Dunque quell’unità in più è un punto di partenza per “trasformare la difficoltà in un punto di forza, tramutare la parola impossibile in qualcos’altro”.

Nel libro vengono raccontate le storie di un artista e di un musicista, alle prese con le loro ossessioni, commentate da un professore eccentrico e dalla sua allieva, “dispari” entrambi, ognuno nella propria autenticità.

Dialoghi sorprendenti, talvolta complessi da seguire, che aprono ad una infinita serie di stimoli e riflessioni sulla vita di tutti i giorni, sulle esperienze in cui inciampiamo nel vivere e sulla comunicazione con l’altro.

Come da consuetudine di Puglia Eccellente lasciamo la parola all’autore Josè Stancarone che risponde alle nostre curiosità.

Come nasce l’idea della quinta dimensione? Secondo te si può arrivare a raggiungere una tale profondità nel rapporto con l’altro?

L’idea della Quinta dimensione nasce dalla teoria della relatività di Albert Einstein: tre coordinate spaziali e una temporale perché ogni evento avviene in un luogo ad un determinato orario. Ovviamente chi legge, chi studia e percepisce il mondo sa benissimo che ci sono cose che vanno oltre lo spazio il tempo e ho pensato di racchiudere tutto questo nella “quinta dimensione”. Ho associato questa Quinta dimensione alla profondità dell’individuo, e quindi, al rapporto con se stessi prima che con gli altri. Bisogna completarsi da soli altrimenti si creano forme di dipendenza da altre persone che possono essere nocive. Inoltre, la quinta dimensione riguarda le attitudini nascoste di qualcuno, ciò che l’inconscio ci affida senza esserne mai fino in fondo consapevoli: la sensibilità, il talento.

Nel libro parli di una scuola costruita sull’individuo e non su leggi universali. Ad oggi, talvolta, sembra ancora fantascienza. Credi sia possibile arrivare ad una tale “quinta dimensione”?

La scuola non sarà mai costruita perfettamente per l’individuo e questo è un bene perché il margine tra lo studente e la perfezione della scuola si chiama difficoltà. Questa non andrebbe mai eliminata fino in fondo ma somministrata con cautela, come fosse un vaccino, cosi da creare una memoria dell’”ostacolo”. Purtroppo viviamo nell’epoca dell’omologazione di massa e a scuola si cerca di dare a tutti un po’ la stessa cosa. Ci stiamo concentrando troppo sulle competenze e poco sull’ispirazione che il sapere e la conoscenza devono infondere negli studenti. Abbiamo insegnanti sempre meno “maestri” di materia e di vita ma sempre più costretti ad obbedire a una burocrazia vorace. Le soluzioni sono quella di tener aperte le scuole dalle 6:00 alle 21:00 e avere nel personale docente un mix tra docenti puri e persone che hanno avuto altre esperienze professionali e possano essere in grado di allettare le ragazze e i ragazzi a quello che c’è dopo la scuola.  Inoltre, andrebbero introdotti il gioco degli scacchi, potenziata l’educazione sessuale e musicale. Non voglio vivere in un mondo dove impari ogni cosa a scuola ma vorrei che la scuola fosse capace di donare la coscienza dei propri mezzi e non la paura delle scelte. Troppe volte a scuola si danno consigli su quello che non si può diventare.

Dispari: un pari con qualcosa in più. E’ un punto di vista rivoluzionario per definire la diversità. Dove e come vorresti che arrivasse il messaggio contenuto nel tuo libro?

Banalmente vorrei che questa parola diventasse un sinonimo di diverso, ma nel modo giusto, alla Donnie Darko. Dispari è l’incoscienza di essere qualcosa in più (come il numero dispari) che diventa una ricchezza per gli altri. Quando ci rendiamo completamente conto di chi siamo, inevitabilmente tendiamo ad assomigliarci. Credo che dovremmo conservare una componente “genuina” di noi dalla nascita alla morte. Mi piacerebbe che dispari rivoluzionasse tutti i paradigmi sulla diversità. Stamattina ho visto un ragazzo disabile fare il bagno al mare aiutato da suo fratello. Era felice. Era più dispari che mai. Una volta a scuola come compito a casa avevo assegnato il film “the Imitaion Game” con una relazione. Uno studente scrisse una citazione: “Alcune delle più grandi imprese sono state compiute da persone non abbastanza intelligenti da capire che erano impossibili”. Questa affermazione è la definizione di dispari. Quando vuoi superare un limite, vieni definito dagli altri non abbastanza intelligente. Fino a quando lo superi.

Abbiamo letto nella tua biografia delle tue esperienze di divulgazione in ambito teatrale. Matematica e teatro: come si intrecciano questi mondi apparentemente lontani ma in realtà vicinissimi?

Oggi viviamo un’epoca in cui è necessario interpretare e gestire i sistemi complessi. Un romanzo, un racconto oppure una sceneggiatura è un sistema complesso. Pertanto un’abilità tecnico-scientifica può essere uno degli strumenti per generare qualcosa di complesso e allo stesso tempo armonioso. Nella mia vita, dalle esperienze di divulgazioni, a quelle politiche e associative di attivista, sono stato aiutato dalla mia capacità di governare i sistemi complessi con il ragionamento logico, ovvero ciò che è essenziale per la matematica. Non dimentichiamo che l’arte mediamente più amata, la musica, ha una componente di tecnica non indifferente. La bellezza ha un linguaggio e ogni linguaggio ha bisogno della sua metrica e della sua grammatica. Mi piacerebbe un giorno raccontare le biografie delle grandi scienziate e scienziati a teatro e rendere visibile l’intreccio tra armonia, arte e complessità.

Nel tuo libro parli di condivisione e di dono. Quando insegni ai tuoi allievi senti di donare e donarti?

Insegnare e formare in una scuola, all’Università o in Teatro è stato e spero sarà il mio privilegio più grande. Spesso rileggo lo stesso libro a distanza di mesi e di tempo e tutte le volte ottengo interpretazioni diverse. Penso che il nostro inconscio rielabori quello che è stato appreso e lo faccia riaffiorare quando riprendo lo stesso libro. Insegnare è un po’ la stessa cosa: ogni volta, nel parlare e nel trovare analogie per trasmettere la conoscenza, il cervello ci regala nuove strade rispetto all’ultima spiegazione. Condividere quella nuova visione dell’argomento o del tema della lezione con altre persone, ci regala la vera accezione dell’apprendimento: quella emotiva.

Grazie Josè per questa bellissima intervista. Vi invitiamo a gustare questo libro e a scoprire quel dispari che si trova, non solo intorno a noi ma anche in ognuno di noi.

Nell’epoca dell’omologazione di massa trovare il nostro dispari potrebbe essere una grande e piacevole avventura.

Biografia

Josè Stancarone (Bari, 1984). Ha conseguito il dotto­rato di ricerca in matematica nel 2016 e ha insegnato presso l’Università e il Politecnico di Bari, estendendo poi la sua attività anche ai licei, dove insegna mate­matica e fisica. Appassionato ricercatore delle verità scientifiche, ha creato diverse esperienze di divulgazio­ne nelle scuole e a teatro. È attivista per l’Associazio­ne Italiana Giovani per l’UNESCO e precedentemente per ADI (Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca in Italia).

La casa editrice

Les Flâneurs Edizioni nasce nel 2015 grazie a un gruppo di giovani amanti della Letteratura. Il termine francese “flâneur” fa riferimento a una figura prettamente primo novecentesca d’intellettuale che, armato di bombetta e bastone da passeggio, vaga senza meta per le vie della sua città discutendo di letteratura e filosofia. Oggi come allora, la casa editrice si pone come obiettivo la diffusione della cultura letteraria in ogni sua forma, dalla narrativa alla poesia fino alla saggistica, con indipendenza di pensiero e occhio attento alla qualità. Les Flâneurs Edizioni intende seguire l’autore in tutti i passaggi della pubblicazione: dall’editing alla promozione. Les Flâneurs Edizioni è contro l’editoria a pagamento.

Titolo: Dispari

Autore: Josè Stancarone

Genere: Narrativa

Casa Editrice: Les Flâneurs Edizioni

Collana: Fuori Collana

Pagine: 118

Prezzo: € 12,00

Codice ISBN: 978-88-313-14-381

Contatti

https://www.facebook.com/jose.stancarone

https://www.lesflaneursedizioni.it/

https://it-it.facebook.com/lesflaneursedizioni/

 Link di vendita

https://www.lesflaneursedizioni.it/product/dispari/