19.01.2023 – E’ andato in scena lo scorso week-end, presso il Teatro Kismet di Bari,  lo spettacolo “Al Presente” di Danio Manfredini, nell’ambito della Stagione serale 2022.23 ‘Sconfinamenti’, a cura di Teresa Ludovico.

Lo spettacolo è una produzione La Corte Ospitale, con la collaborazione al riallestimento di Vincenzo Del Prete, regia di Danio Manfredini, assistente regia e luci di Lucia Manghi.

Il bianco che avvolge e abbaglia: così si apre lo spettacolo di Manfredini che porta in scena la sua esperienza teatrale nell’ambito della comunità psichiatrica, con cui ha collaborato per dodici anni, e che ha segnato la sua esperienza umana e teatrale.

Al presente nasce dopo che ho lasciato la comunità psichiatrica dopo dodici anni di lavoro – racconta Manfredini in un’intervista – Volevo portare con me un po’ dei pazienti, i solchi che hanno scavato in me nel corso dell’esperienza. La stanza bianca richiama il luogo della psichiatria, io incarno i corpi dei pazienti che appaiono al manichino che mi rappresenta: Il mio doppio”.

In scena pochi oggetti, una stanza di psichiatria, un manichino, inquietante carne viva seppur immobile, colui per cui le giornate sono scandite da gesti cadenzati, sempre uguali a se stessi, mentre nella mente si agitano ricordi confusi.

Sono stato felice, posso esserlo ancora“.

Sono appunto queste memorie nebulose, questi fantasmi  della mente che Manfredini afferra e offre al suo pubblico.

Il suo doppio, la parte mobile della scena, conduce lo spettatore in un viaggio in altri luoghi e tempi della vita sulle orme di un’umanità che pure si rivela, nonostante il bianco accecante, suscitando forti sensazioni.

I ritmi dello spettacolo sono dettati da lentezza e dinamismo serrati, silenzio e chiasso, musica e parola. Un movimento costante e sorprendente, che emoziona e smuove chi guarda.

Le diapositive che scorrono sulla scenografia dipingono tratti delicati, profondi, immagini sbiadite dal tempo. Un sapore antico improvvisamente ritrovato. Come in un film che esclude la performatività del presente, la messa in scena è una sorta di sequel dove il passato si confronta con il qui e ora dell’arte teatrale, costituendone l’estetica attoriale del lavoro geniale di Manfredini.

Il sequel di alcuni decenni rivive negli spettatori che hanno già partecipato al processo creativo al tempo del riconoscimento UBU come miglior attore, e in chi vi partecipa per la prima volta!

Accarezza, lo spettacolo di Manfredini, e chi scrive non se lo aspettava.

Quando si parla di malattia mentale l’animo si mette in allerta, non vuole vedere, non vuole sentire, volge lo sguardo altrove, troppo dolore, troppe domande. Eppure sul palcoscenico abbiamo trovato altro, una delicatezza sorprendente, qualche volta velata da riconoscente ironia, una catarsi del pensiero protesa verso l’alto.

La luce bianca, vita e morte, conduce in un cammino meno buio di quanto ci si potesse aspettare.

Il teatro è questo, trasformazione, cambiamento, si torna a casa diversi. Grazie maestro Manfredini in attesa di incontrarci ancora e presto!

Note biografiche

Danio Manfredini ha vinto 4 Premi Ubu, il primo nel 1989 con Miracolo della rosa, dieci anni più tardi con Al presente (miglior attore) e ancora nel 2004 con Cinema Cielo (miglior regia). A dicembre 2013 ritira il quarto premio UBU, sezione Premi speciali, “per l’insieme dell’opera artistica e pedagogica, condotta con poetica ostinazione e col coraggio della fragilità, senza scindere il piano espressivo dalla trasmissione dell’arte dell’attore. Questa costante ricerca, apertasi da ultimo alla via del canto, gli ha consentito di diventare uno dei rari maestri in cui diverse generazioni del teatro si possono riconoscere”.

http://www.teatridibari.it

https://corteospitale.org

Foto di Umberto Costamagna

Manuela Bellomo

Emilia Brescia