31.12.2020 – Tre pianisti e l’ancestrale bellezza di Matera, che con i suoi luoghi diventa palcoscenico privilegiato per il concerto di Capodanno in onda sulle frequenze di TRM la sera del 1° gennaio, alle ore 21.30.

Cinquanta minuti di magia, per un emozionante mix di immagini e musica targati Piano Lab, il festival itinerante della Ghironda dedicato al principe degli strumenti che, con il Comune di Matera, nell’ambito delle iniziative del «Natale insieme», saluta il nuovo anno con un nuovo sito web e proponendo in sequenza i suggestivi recital di Roberto Esposito dal Belvedere, al tramonto, e poi di Leonardo Caligiuri davanti la chiesa di San Pietro Caveoso e di Viviana Lasaracina dal seicentesco Palazzo Lanfranchi, sede del Museo d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata.

Un evento con cui Piano Lab e la Ghironda, grazie al fondamentale supporto di Marangi Strumenti Musicali, aprono la programmazione 2021 con l’augurio di un rapido ritorno alla normalità e alla musica suonata in presenza.

Nel frattempo si parte con un live streaming che il primo dell’anno vede protagonisti tre interpreti degli ottantotto tasti di grande talento. Musicista di Tricase, classe 1984, Roberto Esposito ha iniziato a percorre le vie del jazz dopo una rigorosa formazione accademica, peraltro portata a compimento al Conservatorio di Parma con il massimo dei voti sotto la guida di Roberto Cappello, il pianista salentino di fama internazionale, vincitore nel 1976 del prestigioso Premio Busoni.

Da qui l’avvio di un’intensa carriera concertistica con collaborazioni sia in ambito classico che nel mondo del jazz e della musica di confine che l’ha portato a incontrare, tra i tanti, Fabrizio Bosso e Philip Glass. Risale al 2014 il suo primo album di inediti in piano solo intitolato «The Decades», presentato in tutta Europa, negli USA e nei Caraibi. Altro album, per l’etichetta Naxos, nel 2018, nel quale compare un suo Concerto per pianoforte e orchestra inciso con la Budapest Scoring Symphonic Orchestra diretta da Eliseo Castrignanò. In ambito pop collabora con Giuliano Sangiorgi, Simona Molinari, Tosca, Chiara Galiazzo e Francesco Tricarico e nel 2019, anno in cui pubblica il suo terzo album, «I mari della Luna», partecipa al tour del cantautore Renzo Rubino.

E al jazz guarda Leonardo Caligiuri, il giovane ma già affermato pianista calabrese che ha fatto diventare la musica di Bill Evans, Charlie Parker e Miles Davis il suo genere di riferimento sin dal 2013 con il Calandra Trio, esperienza condivisa con Stefano Carrara (contrabbasso) e Francesco Di Lenge (batteria). Insieme incidono due cd il disco acustico «Catch Up» e «Chatterbox», un album elettrico nel quale si aggiunge come ospite il chitarrista Michele Bianchi. Intanto Caliguri mette su un altro progetto intitolato Three Generations, formazione che segna l’incontro tra Caligiuri, il batterista Christian “Chicco” Capiozzo e il contrabbassista Ares Tavolazzi, con i quali propone un repertorio principalmente di brani inediti e rivisitazioni personali di standard jazz e brani del repertorio pop internazionale. A vent’anni inizia a studiare con Gian Luigi Trovesi, Misha Alperin e Roberto Bonati, che lo vuole nell’orchestra Ruvido Insieme. Nel frattempo Caligiuri scopre la passione per la musica antica, coltivata attraverso gli studi clavicembalistici con Francesco Baroni e gli studi di pianoforte classico con Gianpaolo Nuti, ma senza mai abbandonare il jazz.

E, infine, la tarantina Viviana Lasaracina, l’allieva di Benedetto Lupo che si è perfezionata alla Royal Academy of Music di Londra e all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma, prima dell’avvio di un’intensa attività concertistica, solistica e in formazione da camera e con orchestra, che non solo l’ha vista collaborare con Silvia Chiesa, Philipp Glass e Daniele Orlando ma anche esibirsi sui palcoscenici più prestigiosi in Italia e all’estero, come il Teatro Dal Verme e l’Auditorium Verdi a Milano, il Teatro Petruzzelli di Bari e la Prokofiev Hall di San Pietroburgo, la Salle Cortot a Parigi e le Steinway e Wigmore Hall di Londra e la Carnegie Weill Hall di New York.