7.04.2022 – Antonio Papangelo, ingegnere di Altamura, è una giovane eccellenza pugliese che nei mesi scorsi ha vinto un ERC, con un finanziamento europeo pari a 1,5 milioni di euro, grazie al quale ha potuto organizzare un laboratorio di ricerca di Tribo-dinamica, presso il Politecnico di Bari, in partenza il primo luglio 2022 e dove saranno coinvolti anche altri ricercatori.

Antonio ha un curriculum impeccabile già dai banchi di scuola. Aveva un sogno, quello di diventare un ingegnere meccanico e ci è riuscito. Ora gli obiettivi si espandono con questo riconoscimento, lo Starting Grant, assegnato dall’ERC (Consiglio di Ricerca Europeo) ai ricercatori con percorsi eccellenti che dimostrano intraprendenza e idee innovative.

Il progetto di Papangelo si chiama “Towards Future Interfaces With Tuneable Adhesion By Dynamic Excitation“ (Acronimo: SURFACE) e nasce dall’osservazione della natura con particolare riferimento alla capacità dei gechi di muoversi a testa in giù sui soffitti e sulle pareti verticali.

La ricerca nel tempo ha creato adesivi potentissimi, capaci di aderire a tutte le superfici, l’idea di “SURFACE” è quella di poter modulare l’adesione sfruttando “superfici con una topografia opportunamente progettata insieme a delle micro-vibrazioni sovrapposte per non solo creare adesivi reversibili, ma per i quali è possibile regolare la forza di adesione in pochi millisecondi“, come si legge nel Poliba Chronicle.

Le applicazioni del progetto di Papangelo, sviluppato in nove mesi di lavoro, sono molteplici. Vanno dall’interazione del robot con l’essere umano fino alla raccolta dei rifiuti aerospaziali.

Si possono immaginare ambienti in cui robot soffici siano in grado di afferrare oggetti, di spostarli e manipolarli. Tutto ciò grazie ad una elevata capacità di controllo delle forze di contatto tra la l’organo manipolatore, ad esempio la mano, e gli oggetti circostanti.

Nello spazio le superfici adesive si possono attaccare a qualunque rifiuto aderendo ad esso e portandolo via con se.

SURFACE può essere anche applicato in tutti quegli ambiti di ispezione, controllo, sorveglianza, manutenzione in cui non si hanno informazioni a priori delle caratteristiche delle superfici in cui il robot andrà a lavorare.

Il progetto di Antonio Papangelo è molto ambizioso e può cambiare la prospettiva in molti ambiti lavorativi delicati e complessi.

Siamo riusciti a raggiungere Antonio Papangelo per due chiacchiere sulle emozioni di questo ERC, sui suoi sviluppi, su questi sogni che si espandono e gratificano anni di duro studio e lavoro.

E’ passato circa un mese dalla notizia della tua premiazione. Come ti senti oggi a mente più fredda e come questo riconoscimento sta influendo sulla tua vita personale  e di ricercatore?

Sono orgoglioso del riconoscimento che ho ricevuto e ripenso spesso a tutte le volte in cui ho immaginato cosa sarebbe stato vincere un ERC. Adesso so di poter contare su questo finanziamento per finanziare le mie idee di ricerca, il che è importantissimo per un giovane ricercatore. In questi primi mesi sto pianificando le attività del progetto di ricerca, i passaggi amministrativi, gli acquisti per il laboratorio che voglio fondare, la ricerca di personale preparato e motivato stanno impegnando le mie giornate. Poco a poco vedo il progetto prendere vita. La data di avvio è fissata per il 1 Luglio 2022 e voglio farmi trovare pronto! La vittoria del progetto ERC ha dato un boost importante alla mia carriera. Tra pochi giorni prenderò servizio come Prof. Associato del Politecnico di Bari, un sogno che si avvera.

L’osservazione della natura ti ha condotto a Surface. Era un po’ quello che faceva Leonardo da Vinci in un’epoca in cui non c’erano le risorse di oggi. Eppure il punto di partenza è lo stesso. Dunque tornare alla natura quanto è importante e come dovrebbe essere insegnato anche alle nuove generazioni, cosiddette native digitali?

L’osservazione della natura ha ispirato l’uomo sin dall’antichità e continua a farlo. Nonostante i progressi tecnologici che hanno visto protagonista l’umanità, con una accelerazione fortissima nell’ultimo secolo, ci sono ancora soluzioni “tecniche” che la natura ha sviluppato in milioni di anni di evoluzione. Abbiamo ancora da imparare dalla pelle degli squali, che fendono l’acqua trovando bassissima resistenza, dalle foglie di loto, che hanno proprietà autopulenti, dalle zampe del geco, che hanno proprietà adesive, e potremmo andare avanti con moltissimi esempi ispirati al mondo naturale. Tant’è che esiste una vera e propria branca dell’ingegneria che prende il nome di “ingegneria bio-ispirata”. Le nuove generazioni non dovrebbero perdere di vista questi esempi, nell’ottica del miglioramento continuo e dell’innovazione quantomai necessaria per affrontare le sfide che ci attendono.

Cosa sognava Antonio da bambino e cosa sogna oggi da adulto?

Da bambino sognavo di diventare un ingegnere meccanico e direi che il sogno si è realizzato. Certo, la strada è stata lunga e ho voluto scommettere sulla ricerca universitaria, anche andando contro il luogo comune che sostiene che non si possa fare ricerca di qualità in Italia. Certo, non è semplice, e dovremmo cercare di porre più attenzione alle tematiche della ricerca magari prendendo spunto da paesi del nord Europa come la Germania. Adesso voglio impegnarmi al massimo per raggiungere gli obiettivi che mi sono prefisso. I sogni si costruiscono con la costanza e la dedizione di tutti i giorni!

Grazie Antonio per le tue risposte così ispirate che ci invitano a guardarci intorno e a trovare proprio nella natura il nutrimento alle nostre ispirazioni.

Auguri per SURFACE e per tutti i tuoi successi futuri!

Biografia (dal Poliba Chronicle)

Antonio Papangelo, pugliese di Altamura, ha 32 anni. Il suo percorso formativo è invidiabile: dapprima, nella sua città, la maturità (2008) presso il Liceo Scientifico “Federico II di Svevia”, con votazione 100/100 e lode. Poi, tutto d’un fiato e sempre con il massimo dei voti, il percorso universitario nel Politecnico di Bari: laurea triennale (2011) in Ingegneria meccanica (110/110 e lode); laurea magistrale (2013) in Ingegneria meccanica (110/110 e lode); dottorato di ricerca in Ingegneria Meccanica e Gestionale (2017). La propensione per la ricerca sembra appartenergli. Sin dagli studi di dottorato, intervallati da periodi di ricerca negli Stati Uniti, presso i “Sandia National Laboratories”, nel Regno Unito all’ “Imperial College London” e soprattutto presso all’ “Hamburg University of Technology”, in Germania, con approccio interdisciplinare, si interessa di “meccanica del contatto” (con prof. M. Ciavarella del Poliba) e di “dinamica non lineare”. Diventa Ricercatore a tempo determinato (junior, RTD – A) al Politecnico di Bari (2019), presso il Dipartimento di Meccanica Matematica e Management dove sviluppa temi di ricerca legati anche alla viscoelasticità, attrito, adesione, localizzazione spaziale delle vibrazioni.

Manuela Bellomo