27.08.2015 – Vivere la Gravina di Riggio, in provincia di Grottaglie, è stata una vera e propria avventura ma soprattutto una splendida scoperta.

I sentieri non sono molto battuti perché il territorio è vergine al turismo e, in cuor nostro, speriamo che lo rimanga ancora a lungo, per poterne godere la bellezza ancora per molto tempo.

Lo scenario che si apre ai nostri occhi, dopo un’ iniziale semplice camminata, è quello di un’area, normalmente umida, in estate in secca, circondata completamente da grotte che, al tramonto del sole, sono pura poesia.

In Inverno la Gravina di Riggio presenta dunque un laghetto, popolatissimo di anfibi di ogni tipo, nutrito dall’unica, o almeno da una delle poche cascate in Puglia, circondata da grotte preistoriche.

Continuando il cammino oltre la gravina, ci si imbatte in una suggestiva macchia mediterranea in cui la fa da padrone il lentisco che si presenta, non più solo in cespugli ma addirittura in grandi arbusti, conferendo al paesaggio un aspetto fiabesco. Naturalmente gli altri grandi protagonisti della zona sono gli ulivi secolari, imponenti e regali, veri e propri re della gravina.

La Gravina di Riggio è prolifica di doni, non solo paesaggi sorprendenti ma anche storia e archeologia.

Continuando il nostro cammino, che si fa un po’ più ostico ma toglie davvero il fiato per la sua bellezza e la sua meraviglia, ci si imbatte nelle grotte affrescate, risalenti al X secolo d.C. dove è possibile ammirare ancora scene di santi, crocifissioni e simboli cristiani.

Altro fiore all’occhiello della zona è la cosiddetta “grotta farmacia”, ossia una colombaia in cui si allevavano i colombi per utilizzare ciò che avevano da offrire, dalle carne al guano per preparare unguenti medicamentosi.

La Gravina di Riggio merita di essere visitata anche nella stagione delle piogge per godere della cascate e del laghetto con la sua fauna, quindi ci riserviamo di fare un piacevole bis e intanto ringraziamo l’associazione  Millenari di Puglia per la magnifica escursione estiva.

Manuela Bellomo