12.04.2019 – Thriller mozzafiato per il regista pugliese Mimmo Spataro, al debutto cinematografico con un lavoro ispirato all’assassinio di Santa Scorese.

Diventa un mediometraggio ad alta tensione emotiva la tragica vicenda della ragazza di Palo del Colle, in provincia di Bari, che voleva farsi suora e nel 1991 venne uccisa da uno psicopatico guidato da odio cristiano.

La prima è in programma il 6 maggio (ore 20.30), al Teatro Orfeo di Taranto, città che è stata set principale delle riprese. Sceneggiato da Assunta D’Elia, partendo dai diari della giovane vittima (per la quale è in corso la causa di beatificazione), “L’incredibile storia di Santa Scorese” (prodotto da filminprogress.it) trasferisce sul grande schermo una storia vera che sembra uscita dalla penna di Stephen King. Invece i personaggi sono i protagonisti di un tragico fatto di cronaca che spinge la realtà a superare la più macabra fantasia.

Spataro la rielabora in una sequenza di immagini paralizzanti, degne dei maestri del brivido degli anni Settanta, cui rimanda anche la locandina vintage. E senza mai indulgere nel documentarismo, scandisce con un ritmo incalzante il folle disegno dell’assassino e il disperato tentativo della vittima di sottrarsi al suo carnefice, avvolgendo l’intera narrazione in quella luce misteriosa capace di dare profondità ai volti e ai corpi dei personaggi appresa dal suo modello di riferimento, Italo Petriccione, direttore della fotografia dei film di Gabriele Salvatores. 

Tutto pugliese il cast di attori, con Clara Magazzino nel ruolo di Santa, una ragazza accesa da una fortissima fede e una vocazione per la solidarietà, e Giuseppe Calamunci Manitta in quello di Giuseppe, un uomo di 31 anni profondamente disturbato che vuole farsi prete e nel suo delirio schizofrenico si dichiara figlio di Dio.

Una storia di fede, persecuzione e violenza alla quale hanno prestato il loro volto Alfredo Traversa (il padre di Santa), Angela de Bellis (la madre), Vanessa Caponio (la sorella), Francesco Cassano (il cognato), Mario Blasi (don Tino) e Rino Massafra (don Carlo).