6.10.2020 – In un’epoca nella quale ogni tipo rumore sembra sovrastarci, il silenzio appare come l’unica possibile soluzione creativa nel quale dipingere come in una tela bianca le proprie emozioni.

E’ dal silenzio che nasce la musica di Remo Anzovino, compositore , pianista e avvocato italiano, classe 1976, considerato un dei massimi esponenti della musica da film italiana.

Ad aprire il primo appuntamento all’interno del teatro Kismet di Bari per la XXXV edizione del festival Time Zones, Roberto Cherillo, compositore, cantante e pianista già visto più volte a fianco di Kekko Fornarelli.

Un talento davvero fuori dall’ordinario, che ha regalato al pubblico accorso numeroso per l’evento momenti di grande impatto emotivo. Il suo disco d’esordio “L’ isola della pomice” (Picanto/Egea) con il trio Omparty, che si aggiudica il premio “Suoni di Confine” al MEI di Faenza. Nel 2011 il disco in duo “Soffice” con il trombettista Luca Aquino, si posiziona tra i dieci migliori lavori dell’ anno, aggiudicandosi inoltre il terzo posto tra le migliori voci maschili dal 2011 al 2016.

Ad aprire il live in un’atmosfera onirica il brano di Patrick Watson “Lighthouse” a cui seguiranno due brani inediti a firma Cherillo “All you deserve” e “Faces in the crowd“.

Il cantautore di Castrovillari si racconta, descrive i suoi brani, riesce con la sua voce pacata e lieve a creare con l’ascoltatore un’ intima e profonda empatia. Si prosegue con “Cafe” di Tim Buckley, brano che narra di un amore dal suo esordio fino al suo tramonto, “Shelter“, la toccante “Bye bye sweetheart” dedicata alla madre e per chiudere “A case of you” di Joni Mitchell. Secondo set in programma con Remo Anzovino, vincitore lo scorso anno del “Nastro D’ Argento- Menzione Speciale Musica dell’ Arte” per le colonne sonore  de “La Grande Arte al Cinema” su Sky Arte (da Van Gogh a Frida Kahlo, passando per Picasso, Monet e Gauguin).

Dopo aver lavorato alle sonorizzazioni teatrali, il “pianista dell’ arte” così come viene definito, si è dedicato prevalentemente a progetti discografici legati a personaggi ed eventi storici, della letteratura e dello sport quali Vincet Van Gogh, Claude Monet, Pier Paolo Pasolini, Leopardi, Galileo Galilei.

Con la sua composizione “9 ottobre 1963”  (Suite for Vajont) scritta per ricordare le oltre duemila vittime di quel tragico evento, ha ricevuto il prestigioso Premio Anima “Per la crescita di una coscienza etica – sezione musica”  riconoscimento assegnato annualmente sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica.

Durante il periodo del lockdown,  Anzovino si è distinto per aver ideato e realizzato il “Diario Sonoro”, un format on line per interagire con il suo pubblico realizzando oltre 500.000 visualizzazioni.

Sin da subito il compositore pordenonese si mostra visibilmente emozionato di tornare a suonare a Bari, città che egli stesso definisce “incredibilmente pittorica” per la sua luce e i suoi colori mediterranei.

Egli descrive la sua attività musicale legata indissolubilmente alla narrazione di tutto ciò che merita di essere raccontato.

In apertura il brano “Avec ma nymphe“, composizione tratta dalla colonna sonora originale del film dedicato al padre dell’ impressionismo e alla sua ossessione per le ninfee, Claude Monet, a cui seguirà il brano “Galilei“, singolo del quinto album “Nocturne”. Ho immaginato Galilei vivere oggi, guardare le stelle mentre riceve un whatsApp o mette un like sulla pagina di un artista.

Forse lui oggi non cercherebbe risposte dalle stelle, ma troverebbe le domande che noi, mi pare, non riusciamo più a porci.

Ho pensato, poi, che tutti noi siamo stati almeno una volta Galilei.

Non per aver trovato le prove del sistema copernicano né per aver detto ad un giudice “mi sono sbagliato”, per la paura di finire bruciato vivo, per la paura della morte, ma per aver rinunciato a un nostro desiderio o sogno per il timore del giudizio degli altri e aver detto, almeno una volta, “mi sono sbagliato” pur sapendo che quel desiderio o quel sogno si potevano invece realizzare” asserisce il compositore.

Il concerto continua in un crescendo di emozioni con “Viva la Vida” brano tratto dall’album omonimo colonna sonora del docufilm dedicato all’immensa artista messicana, per poi restare in sospensione con una dolcissima alleluja, una lode alle imperfezioni e debolezze umane.

Il tratto pianistico si fa talvolta lieve e a tratti impetuoso, per raggiungere momenti di grande intensità con “Vincent” dalla colonna sonora del documentario sull’ opera del tormentato artista olandese “Tra il grano e il cielo” per la regia di Giovanni Piscaglia.

Finale in bellezza con Anzovino che invita il pubblico entusiasta a sostenerlo ritmicamente per il suo ultimo brano in scaletta. Prossimo appuntamento imperdibile con Time Zones venerdi 9 ottobre sempre al Teatro Kismet di Bari con la delicata e suadente pianista Lisa Morgenstern e nella stessa serata con il giovane e raffinato violoncellista viennese Lukas Lauermann alle prese con un set modern classical intriso di elettronica.

Claudia Mastrorilli