10.12.2017 – E’ difficile sintetizzare, in un numero contenuto di parole, l’emozione che può racchiudere un luogo di cultura come il Museo Civico di Bari, dunque questo articolo sarà più lungo del solito!

Abbiamo visitato il Museo Civico in occasione della mostra del fotografo Leo Matiz, su Frida Kahlo e Macondo, e ci siamo ritrovati a guardarci intorno, stupiti, da quanto questo museo racchiude e trasmette.

Fino al 15 gennaio sarà possibile visitare l’esposizione fotografica “Frida Kahlo nella Casa Azul – Macondo mito e realtà nelle fotografie di Leo Matiz”, un’opportunità straordinaria per la città di Bari di raccontare la fotografia del Novecento nella figura del fotografo e poliedrico artista americano Leo Matiz – di cui ricorre il centenario dalla nascita – che con i suoi scatti svela la bellezza e il carisma attuale dell’icona Frida Kahlo e il mito esotico di Macondo, la città immaginaria descritta da Gabriel García Marquez.
Leo Matiz

Le foto di Matiz approdano per la prima volta in Puglia e nell’Italia meridionale grazie ad Alejandra Matiz, figlia di Leo, che ha voluto rendere omaggio a Bari, città natale di Magda, cara amica conosciuta fortuitamente in Italia durante un corso di restauro e con la quale condivise momenti intensi e felici. Senza volerlo e senza sapere chi fosse, suo padre ritrasse invece Magda in una fotografia bellissima scattata nel 1957 a Caracas “Magda e il nano” che apre la mostra. La foto acquistata poi dal MoMa di New York è divenuta simbolo d’amabilità nei rapporti umani. Una ragazza, nata nella vecchia Bari, grazie all’intuito di Matiz, è così diventata un emblema di cordialità, caratteristica propria della donna latinoamericana, ma anche delle donne mediterranee.

Le foto si estendono per tutta l’altezza del museo, fino al meraviglioso terrazzo da cui si gode una vista sul Borgo Antico di Bari, che rappresenta il giusto coronamento all’emozione che le fotografie di Matiz trasmettono.

Leo MatizFrida si fa fotografare da Matiz nella casa Azul di Coyoàcan, antico quartiere di città del Messico. Leo e Frida erano amici. La passionale pittrice si offre all’obiettivo della macchina dell’amico con una naturalezza disarmante.

Una serie di scatti risalgono al 1997 quando Matiz torna nella casa Azul, ormai diventata casa-santuario, Frida e Diego sono scomparsi da tempo e anche Matiz è ormai anziano. Con una nostalgica emozione, quasi presaga della morte imminente, il fotografo si lascia andare ad una serie di scatti nel ricordo di tempi andati.

Macondo era invece il nome di una piantagione di banane nella periferia di Aracataca, dipartimento di Magdalena, nel nord della Colombia.

Aracataca ha dato i natali sia a  Matiz che a Gabriel Garcia Marquez che, in Cent’anni di Solitudine, trasformerà Macondo nella metafora di tutta l’America Latina, oppressa, dimenticata ma ugualmente colma di coraggio, speranza, bellezza e gioia.

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Terra piena di contrasti, luogo quasi magico in cui la dignità di un popolo vive in un tutt’uno con la terra a cui appartiene.

Fino al 12 dicembre sarà ancora possibile vedere la mostra documentaria Gramsci – I Quaderni e i Libri dal carcere.

Una selezione di 100 libri, fra quelli posseduti da Gramsci durante la prigionia e 33 quaderni da lui scritti, con calligrafia puntuale ed elegante, in cui si affrontano le cause che hanno portato alla vittoria del fascismo, assieme ad una serie di riflessioni filosofiche, storiografiche e politiche sugli aspetti fondamentali della modernità.

Visitando il museo non perdete l’occasione di soffermarvi sulle varie collezioni fisse, in particolare vi segnaliamo tutta la sezione dedicata alla Prima Guerra Mondiale. Ne rimarrete colpiti!

Info:

“Frida Kahlo nella Casa Azul – Macondo mito e realtà nelle fotografie di Leo Matiz”

La mostra è visitabile fino al 15 gennaio 2018.

Museo Civico Bari, Strada Sagges, 13

Biglietto di ingresso: Intero 5 euro – Ridotto 3 euro

Orari Lun – Mer – Giov: 10.00 – 18.00 Ven – Sab: 10.00 – 19.00 Dom: 10.00 – 14.00 Martedì chiuso www.museocivicobari.it  info@museocivicobari.it

Articolo e foto di Manuela Bellomo