24.08.2021 – Cisternino è uno dei bellissimi e suggestivi borghi della Valle d’Itria in Puglia.

Molto visitato da stranieri e non, per gustarlo bisogna perdersi nel dedalo di viuzze, piazze e scalinate di cui è composto.

L’abbraccio del bianco delle sue case non può che avvolgere il visitatore, abbagliato dalla meraviglia.

In questo momento vi segnaliamo due iniziative interessanti in cui ci si imbatte passeggiando.

Una è Il Borgo che dondola, tema del cartellone di appuntamenti dell’Estate 2021.

Sparse per il paese troverete una serie di installazioni a tema, che vogliono un po’ ricordare la spensieratezza dell’infanzia dopo il lungo periodo di alti e bassi che abbiamo attraversato.

L’altra iniziativa interessante è il Ponte dei Desideri, ideato dall’artista e designer Bernardo Palazzo.

33 centrini sul ponte della Madonnina ruotano allo sfiorare del vento e delle mani dei fruitori. Sono stati realizzati da donne sapienti,  come grandi mantra e preghiere scritte col cotone.

Un grande momento di suggestione vi attende in questo movimento dove, come in natura, nulla è fermo ed ogni elemento è vibrazione.

Nella vostra passeggiata incontrerete, tra le altre cose, la chiesa matrice dedicata a San Nicola, la Torre dell’Orologio, la chiesa di Santa Lucia, la chiesa di San Cataldo e la torre Civica.

Il tutto è circondato da panorami mozzafiato, punteggiati da vigneti e uliveti con gli immancabili e misteriosi trulli.

Curiosità: gli abitanti di Cisternino si chiamano cistranesi. Lo abbiamo scoperto da poco e volevamo dirvelo!

Per saperne di più potete consultare il sito del comune del borgo pugliese: https://comune.cisternino.br.it/

Insomma il nostro articolo non vuole e non può essere esaustivo, il desiderio è solo quello di incuriosirvi e di invitarvi a visitare Cisternino con gli occhi di un bambino.

Lasciatevi incantare dall’atmosfera del tempo sospeso che aleggia tra le case bianche e le stradine, accogliendo tutto ciò che toccherà il vostro cuore e facendone una esperienza unica ed irripetibile.

Foto e articolo di Manuela Bellomo