26.02.2016 – Continua presso il Teatro Garibaldi di Bisceglie la rassegna “Fotografe in Teatro” a cura dell’Associazione Fotografica Cacciatori d’Ombra che per il secondo appuntamento presenta “Caronte” di Teta Colamonaco.

Teta Colamonaco è una artista pugliese che dal 2003 opera tra Londra, New York e Altamura. Ha una laurea in Letteratura Inglese e Portoghese oltre ad aver studiato canto jazz, filmaking e fotografia.

Non è come fotografa, in vero, che la maggior parte del pubblico la riconosce: la sua opera nel panorama musicale internazionale, infatti, comincia nel 2003 a Londra, dove – accanto a due coetanei giapponesi – ormai figure di spicco dell’attuale underground mondiale – forma una band chiamata Screaming Tea Party, siamo nel 2004, e lei suona la batteria, scrive i testi e canta per questa band definita ormai un “cult”. Nel 2007 però abbandona il progetto si trasferisce a New York, studia il jazz, per per poi cominciare la sua carriera solista. Nel 2012 Dylan Carlson la nota, e la chiama per il suo primo disco solista. Ed è da qui che la sua anima musicale comincia a far parte di una nicchia troppo incredibile per restare inosservata.

Accanto alla produzione musicale, Teta da sempre fotografa. Le arti visive sono state da sempre importanti della vita di Teta, ancor prima della musica. Suo padre ed i suoi zii dipingevano, e lei ha sempre dipinto. La fotografia è entrata predominantemente nella sua vita da poco. Ha sempre fotografato, ma mai consapevolmente. Teta ha cominciato a fotografare, con l’intento di esprimere qualcosa, dopo la morte di suo padre. Non si spiega quale tipo di necessità interiore avesse, in modo estremamente intenso e a volte violento, ma la passione per la fotografia è cominciata durante la malattia di suo padre che, in maniera inaspettata e fulminea, l’ha richiamata in patria dopo quasi 10 anni nei quasi ha vissuto tra l’Inghilterra e gli Stati Uniti. La prima Nikon le arriva come regalo di suo padre, qualche giorno prima di morire nel 2014. Ne ha fatto buon uso.

Le sue fotografie sono state scattate prevalentemente all’alba e al tramonto. Ha scelto la “terra di mezzo”, tra la Puglia e la Basilicata, per raccontare il suo passaggio interiore, dalla vita alla morte e dalla morte alla vita. Ma anche per raccontare la sua terra con il punto di vista straniero, ma con l’occhio di chi conosce bene quei luoghi che la vita ha scelto di abbandonare. Questo è un luogo a metà, tra l’essere e il non essere, il sonno e la veglia, il giorno e la notte, l’inferno e il paradiso. Il sogno e la realtà. Caronte la accompagna alla ricerca di quello che ha perduto, ma anche di quello che ha trovato. Le piace definire la sua opera “surreale”, “metafisica”. Nulla è finzione in quello che scatta; cerca di cogliere l’attimo in cui può rappresentare il surreale del suo vivere quotidiano. Non sa usare Photoshop. Non post produce le sue foto, scatta solo con luce naturale. Caronte, l’ombra che la conduce nei luoghi della memoria, le ricorda Pan, il dio pastore, il dio della campagna delle selve e dei pascoli. È androgino, dispettoso. Le sue moto provengono dai B-movie italiani anni 70 e il suo carro funebre è greco-ortodosso.

“Il mondo dell’arte ha i contorni sfuocati per me. Una foto, un quadro, una canzone… non riesco a scegliere cosa mi piaccia fare maggiormente. Devo solo esprimere quello che ho dentro, non bado troppo a quello che penseranno della mia opera, la faccio e basta. Deve solo soddisfare me stessa, e se soddisfa me stessa, potrà forse soddisfare anche gli altri”. Teta è tra i talentuosi fotografi che partecipano all’iniziativa di Vogue Italia – PhotoVogue – che offre una prestigiosa vetrina e supporto alle nuove promesse della fotografia.

La mostra sarà visitabile fino al  09/03/2016,  dalle 18:00 alle 20:00 (domenica e lunedì esclusi) – ingresso libero.

Teta Colamonaco