19.07.2017 – Nella suggestiva cornice del Chiostro di Santa Chiara di Mola di Bari, sede locale dell’Accademia delle Belle Arti, i bravi attori della Compagnia Diaghilev stanno andando in scena con il nuovo spettacolo «In arte Molière», per la drammaturgia e la regia di Paolo Panaro, su testi tratti dallo stesso Molière, Goldoni e Bulgakov.

Interpreti di questo divertito affresco sulla vita quotidiana di una compagnia teatrale capitanata da Jean-Baptiste Poquelin, in arte Moliere, sono Elisabetta Aloia, Altea Chionna, Marco Cusani, Alessandro Epifani, Francesco Lamacchia, Loris Leoci e Giuseppe Marzio.

Così domenica scorsa, mentre il maestrale, fuori dal chiostro batteva gli scogli, all’interno, nella luce crepuscolare venivano raccontati, con la consueta maestria di Paolo Panaro, alcuni episodi della vita di Moliere e della sua compagnia teatrale. Episodi comuni a molti drammaturghi tali da diventare, a loro volta, soggetto di racconto.

Per primo, Carlo Goldoni, nel corso del Settecento, realizzò la commedia in versi «Molière». In seguito, Michail Bulgakov mise in scena, durante gli anni del terrore staliniano, il dramma «La Cabala dei Bigotti», incentrato sul conflitto  fra la libertà d’espressione di Molière, lo strapotere di Luigi XIV e la censura religiosa.

E’ a queste due opere, poco conosciute, che Panaro si è ispirato per raccontare alcuni importanti episodi della vita di Molière e di quanti lo circondarono: la sua amante Madeleine Béjart, l’attrice che gli fu vicino per un ventennio; la figlia di lei, Armande Béjart (Isabella), che sposerà Molière; l’arcivescovo Charron (il bigotto Pirlone), messo alla berlina nel Tartufo; e la devota, avida e onnipresente serva Foresta.

 «In arte Molière» ci racconta uno spaccato della vita delle compagnie teatrali dell’epoca, segnate da censure, permessi reali, primedonne capricciose, esperti di teatro o, presunti tali, che tra un sonnellino e qualche romantica conquista saltando da un palco all’altro, riuscivano persino a carpire qualche battuta teatrale.

E poi ci sono i moralisti e i perbenisti che considerano il teatro “la porta dell’inferno” e così all’improvviso, ecco arrivare le guardie ad impedire l’apertura del sipario. Dunque via il trucco, via i costumi: lo spettacolo non va in scena! 

Questa la vita dei drammaturghi dell’epoca che, tutto sommato, non era poi tanto diversa da quella di oggi, e forse sarebbe ancora meglio fare l’avvocato o il tappezziere come il padre di Molière, ma poi pensiamo…chi ci farebbe ridere, chi sognare, chi emozionare, chi anche piangere, perché no!

E poi, quando il regista che assiste alla sua commedia ride di gusto anche lui tra il pubblico, beh siamo contenti che non abbia pensato di fare il tappezziere!

I doni teatrali offerti da Panaro e i suoi sono sempre sorprese tutte da gustare!

Ultime repliche:

mer. 19 | gio. 20 | ven. 21 | sab. 22 | dom. 23

ore 19,45

Posto unico € 10

prenotazioni 333.1260425

http://www.centrodiaghilev.it/

Manuela Bellomo

Moliere