4.05.2025 – Prosegue la stagione artistica del Teatro Forma di Bari, con la direzione artistica di Carlo Gallo, che ha visto esibirsi per la prima volta a Bari sabato 3 maggio il compositore e pianista Remo Anzovino, considerato dalla critica il nuovo vero erede della grande tradizione italiana della musica da film, celebrato con il “Nastro d’Argento 2019- Menzione Speciale Musica dell’Arte”. Il musicista friulano, genitori napoletani, classe 1976, avvocato penalista (laureatosi in Giurisprudenza a 24 anni con il massimo dei voti), ha presentato il suo ultimo album “Atelier” per l’omonimo tour che ha toccato le principali città italiane e si chiuderà a Pordenone, sua città natale, il 4 giugno prossimo.
Atelier
L‘opera, che è stata pubblicata a fine gennaio con Decca Italy (distr. Universal), a distanza di due anni da “Don’t Forget to Fly” è nata per festeggiare i vent’anni di carriera, balzando nella settimana della sua uscita al settimo posto della top 20 dei cd e vinili più venduti in Italia, è stata registrata live in due serate esclusive di 130 persone invitate appositamente per l’evento. L’album è stato costruito come in un doppio unico piano sequenza cinematografico di ben 79 minuti e 12 secondi, costituito da ben 21 brani maggiormente rappresentativi della carriera del musicista, arrangiati in nuove versioni dal vivo.
Il concerto
Sono circa le ore 21 quando il compositore, visibilmente emozionato, in un Teatro gremito di fan e appassionati giunti dall’intera regione, inizia il suo viaggio disegnando geometrie in bilico tra colonne sonore pop, musica classica e canzone d’autore. Sullo sfondo a fare da scenografia due arazzi dipinti dal pittore e scultore udinese Giorgio Celiberti , autore anche della copertina del disco, una delle personalità più prestigiose dell’arte italiana e internazionale del ‘900 e del nostro secolo, il cui studio ha ospitato l’amico Anzovino: “un luogo magico che richiama i loft che si possono trovare a Londra e New York” come lo definisce lo stesso musicista.
Sin dalle prime note si coglie l’intensità espressiva del compositore, che sembra avvolgere in una coltre magica gli spettatori. Il concerto ripercorre i brani più rappresentativi della carriera artistica del pianista, da “Chaplin”, sonorizzazione dal vivo del capolavoro di Charlie Chaplin “Il circo” a “Tabù”, “Deriva” e “Irenelle” composto mentre la sua secondogenita Irene, gattonava inebriata dalla melodia sotto il pianoforte di casa.
Anzovino saluta commosso il pubblico barese, città alla quale è molto legato per il suo amore per Nino Rota, sottolineando come la Musica non appartenga all’artista ma al pubblico, diventando espressione del proprio tempo.
I giochi di colore delle luci ben si fondono con i “colori” compositivi dei singoli brani, tra jazz, minimalismo e atmosfere latinoamericane, articolandosi ora in sei ideali stazioni che attraversano alcuni estratti dalle colonne sonore per i docufilm “Water Lilies Monet, The Magic of Water and Light”, “Van Gogh of Wheat Fields and Clouded Skies”, “Gauguin in Tahiti. Paradise Lost”, Borromini and Bernini. The Challenge For Perfection”, “Frida. Viva la vida” e “The Immortals. The Wonders of the Museo Egizio”.
Remo Anzovino narra e spiega come i momenti ispiratori dei brani, come in “Galileo”, possano nascere da semplici osservazioni della realtà come può essere l’osservazione di un cielo stellato, un invito il suo, a concentrarsi maggiormente sulla bellezza della natura che sul proprio smartphone. Acclamato a gran voce dal pubblico, dopo ben ventidue brani in piano solo, il compositore chiude il bellezza il suo live con una toccante versione di “Hallelujah”, brano ispirato da una frase del Pontefice Papa Francesco recentemente scomparso, pronunciata in relazione agli omosessuali (“Chi sono io per giudicare”), per finire con un gioioso interplay con il pubblico in coro a supportare il pianoforte percussivo.
Un concerto di grande intensità emotiva, che non fa che confermare Remo Anzovino come uno dei musicisti più originali ed eclettici del nostro tempo.
Biografia
Nato a Pordenone nel 1976 da genitori napoletani, scrive musica da quando aveva undici anni. A ventiquattro anni si laurea con lode in giurisprudenza all’Università di Bologna e diventa avvocato penalista.
Con “Atelier” ha oggi all’attivo ventidue album ufficiali, tra dischi in studio e colonne sonore per il cinema e, con oltre trenta milioni di streaming sulle principali piattaforme digitali, oggi si conferma uno dei compositori di punta della scena classical contemporary, oltre che uno degli autori di spicco della grande tradizione italiana nella musica da film.
Autore di brani come Nocturne in Tokyo, Tabù, Following light e 9 ottobre 1963 (Suite for Vajont), è stato scelto nel 2020 dall’Unesco per la campagna #NoiSiamoOceano, e nel 2023 da Croce Rossa Italiana per la colonna sonora che accompagna le immagini del documentario “Respiro di Inverno”. Nel 2024 il Comune di Genova gli ha commissionato le musiche originali per l’installazione permanente del Memoriale 14 Agosto 2018 dedicato alle vittime del crollo del Ponte Morandi, su progetto dell’architetto Stefano Boeri.
Negli anni ha strettamente legato il suo nome anche al cinema firmando le colonne sonore di prestigiosi documentari: da “Ritratto di Regina” a “Pasolini Maestro Corsaro” e “Da Clay ad Ali. La metamorfosi”, passando per le colonne sonore dei più importanti docufilm realizzati per la serie “La Grande Arte al Cinema” (Van Gogh, Frida Khalo, Monet, Gauguin, Borromini e Bernini, Pompei, il Museo Egizio di Torino) che gli sono valsi il Nastro D’Argento nel 2019 e la pubblicazione di un box set celebrativo intitolato “Art Film Music”, uscito in tutto il mondo per Sony Classical.
Numerose e trasversali le collaborazioni artistiche: Franz Di Cioccio PFM, Lo Stato Sociale, Giuliano Sangiorgi, Roy Paci, Antonella Ruggiero, Oliviero Toscani, Fabrizio Ferri, Gino Paoli, Dargen D’Amico, Simone Cristicchi, Enzo Gragnaniello, Davide Toffolo, Flavio Boltro, Francesco Bearzatti, Enzo Pietropaoli e Gabriele Mirabassi.
Parallelamente al percorso discografico ha sviluppato un’intensa carriera concertistica in Italia e in tutto il mondo, dal Giappone all’International Jazz Festival di Ankara, dal prestigioso London Jazz Festival all’Arena di Verona e Caracalla con i 2Cellos, passando per Palazzo Reale di Napoli, Castello Sforzesco di Milano, il Teatro Romano di Fiesole e i Laghi di Fusine per il No Borders Music Festival.