24.06.2025 – Il trip hop del collettivo musicale dei Massive Attack, formato da Robert “3D” Del Naja (da molti considerato il misterioso artista Banksy) e Grant “Daddy G” Marshall, ha letteralmente infiammato gli oltre 7500 spettatori giunti da tutta Europa per la serata conclusiva della edizione Medimex 2025.
Dopo un breve opening act del progetto pugliese di Kyoto, ecco salire sul palco dinanzi ad un pubblico in trepidante attesa una delle band più influenti degli ultimi quarant’anni. Accanto al duo storico, sul palco una imponente formazione composta da Horace Andy, Deborah Miller, Elizabeth Fraser, Euan Dickinson, Julien Brown, Damoon Reece, Winston Blisset, Sean Cook e Alex Lee. Sin dalle prime immagini trasmesse su un maxi schermo centrale e due laterali, si comprende la finalità di un concerto che va decisamente oltre l’aspetto musicale.
In apertura del set parla una rappresentante di Medici senza Frontiere, per poi proseguire in un pulsare incessante di visual finalizzati a scuotere lo spettatore da un mondo sempre più stereotipato nel quale l’uomo stesso finisce per essere un mero algoritmo comandato da forze esterne. E così l’ascoltatore viene bombardato da interrogativi quali “La natura è caotica o ordinata?” mentre immagini di un ambiente devastato, sempre più fuori controllo, si alternano a quelle dei macachi utilizzati da Elon Musk per i suoi inquietanti esperimenti di biotecnologia.
Il concerto ha così inizio con un’atmosfera rarefatta ed onirica allo stesso tempo, fatta di una elettronica ipnotica, da bassi lenti e profondissimi, campionamenti e sensazione di vuoto quasi a descrivere un momento di caduta libera a rappresentare un uomo sempre più al centro di una esistenza condizionata dalla intelligenza artificiale e manipolazione dell’informazione, in un cyberspazio dettato da algoritmi dove non c’è più spazio alcuno per ogni traccia di umanità. Ad aprire il live i brani “In my mind”, “Rising Son”, “Girl I love you” e “Black Milk”, mentre si susseguono cascate di codici binari atti a dettare una sorta di capitalismo di sorveglianza.
L’impegno sociale dei Massive Attack, non si ferma qui focalizzandosi ora sulla follia di politici spietati e crudeli, artefice di insensati e devastanti conflitti e mossa solo dalla brama di potere. Così mentre scorrono velocissime le cifre versate a Zug, la toccante cover di “Song to the Siren” scritta da Tim Bucley e Larry Beckett e poi successivamente interpretata anche dai Cocteau Twins, acclamata a gran voce dal pubblico e cantata da Liz Fraser sembra portare l’ascoltatore in una dimensione difficilmente definibile. “Noi siamo i bambini di Gaza”, “Noi siamo Gaza” affermano a gran voce gli stessi Massive Attack dal palco, mentre sventolano nel pubblico bandiere palestinesi. I riferimenti non sono solo rivolti al genocidio palestinese ma anche alla guerra in Ucraina e ad ogni altro conflitto attualmente in corso. Un segnale di protesta forte che ha anticipato solo di poche ore l’attacco Usa ai siti nucleari iraniani.
Il concerto prosegue in un crescendo di emozioni in una sorta di viaggio multisensoriale ben sorretto dalle sonorità cupe e minimali della band, fino ad arrivare a momenti di intenso lirismo con “Angel”, “Safe From Harm” e il capolavoro “Unfinished Sympathy”. Dulcis in fundo la divina Liz Fraser ci regala ancora momenti di infinita bellezza con una toccante interpretazione di “Teardrop”, il brano di cui è autrice ispirato dalla morte di Jeff Buckley con cui aveva avuto una relazione (ricordiamo lo splendido duetto “All Flowers In time Ben Towards The Sun”), a suggellare una serata indimenticabile che resterà a lungo scolpita nei settemila fortunati che hanno assistito indubbiamente ad uno degli eventi più potenti degli ultimi anni, teso a scuotere le coscienze di un pianeta sempre più devastato dalla brama di potere a danno dei più deboli, in un accorato messaggio di pace e speranza, valori da sempre condivisi dalla stessa kermesse. Finale in bellezza con “Group Four” sempre con la voce eterea dell’immensa Fraser.
Alla band è stato consegnato il Premio Ernesto Assante 2025: una chitarra acustica Cigar Book Guitar realizzata con materiali di recupero, simbolo di sostenibilità e memoria, a sottolineare il legame tra musica, arte e coscienza ambientale. Non poteva quindi che terminare nel migliore dei mondi anche questa edizione 2025 del Medimex condividendo appieno la dichiarazione del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano: “I musicisti a volte sono più convincenti degli statisti nel raccontare le grandi sfide del nostro tempo”. Il MedimexInternational Festival & Music Conference promosso da Puglia Culture nell’ambito delle azioni di Puglia Sounds, tornerà a Taranto, anche nel 2026 dal 16 al 20 giugno per un programma, ne siamo certi, che porrà l’asticella ancora più in alto.
Claudia Mastrorilli