19.05.2025 – Una mostra unica nel suo genere nelle sale di Casa Alberobello, Bansky e altre storie di artisti ribelli” che, dallo scorso 15 aprile fino al 30 settembre prossimo, mostreranno al pubblico, i lavori di alcuni tra i più influenti artisti viventi come Bansky, Tv Boy, Schifano ma anche di altri nomi celebri e conosciuti a livello internazionale: da Warhol a Damien Hirst, da Mr Brainwash a Obey, da Takashi Murakami a Liu Bolin, e poi Kaws, Accardi, Petrucci, Rizek. Tutti protagonisti di un’arte pubblica e sociale che è diventata ormai un linguaggio accessibile, diretto e di denuncia, in cui lo spettatore può immedesimarsi, perché parlano di una realtà che ci appartiene.

 

Curata da Piernicola Maria Di Iorio, la mostra in esclusiva per Locus Festival 2025 e prodotta e organizzata da Bass Culture e Piuma, con il patrocinio del comune di Alberobello, racconta di storie “controcorrente” parlandoci di vita, di morte, di guerre narrate con profondo spirito critico, senza mai cadere nel banale ma con l’unico fine di scuotere le coscienze. Un messaggio innovatore capace di rompere gli schemi con i canoni classici dell’arte: “Ogni artista in mostra interpreta la realtà con uno sguardo personale e inconfondibile, in un linguaggio diretto, capace di parlare a chiunque”.

Location Alberobello, che con i suoi trulli patrimonio UNESCO, rappresenta il luogo ideale per poter creare un ponte tra le forme popolari del passato e l’arte contemporanea. Tema centrale dell’esposizione si pone pertanto l’espressione creativa della denuncia sociale, ben incarnata nello spirito ribelle di Banksy, misterioso street artist britannico che ha fatto dell’anonimato un manifesto ideologico. La sua scelta di rimanere sconosciuto, nascondendosi dietro ad uno pseudonimo rappresenta una precisa volontà di ribaltare il narcisismo tipico dell’arte contemporanea.

Un’arte quella di Bansky tesa a rappresentarsi solo ed esclusivamente attraverso le proprie opere, apparse sui muri di Belfast, Londra, New York o Gaza con l’unica finalità di rendersi comprensibile a tutti, tanto all’intellettuale quanto al passante più distratto.

Accanto a Bansky sono presentate le opere di altri artisti della street art, da OBEY (Shepard Fairey) celebre per la sua immagine “HOPE” per la campagna di Obama a TVBOY con le sue dissacranti rappresentazioni di leader politici che si baciano in pose provocatorie. Mr. Brainwash, la cui storia è inestricabilmente legata a quella di Banksy attraverso il documentario “Exit Through the Gift Shop”, rappresenta un caso studio sulla mercificazione della ribellione mentre Rizek esplora nuove frontiere espressive attraverso una ricerca materica che trascende i confini tra pittura e oggetto.

Nella mostra non mancano nomi di artisti contemporanei più “istituzionali” come Damien Hirst e Takashi Murakami, capaci entrambi di interpretare questo spirito sovversivo in forme più mediate ma ugualmente efficaci. Lo sguardo si posa ora su Liu  Bolin, l’artista cinese noto come “l’uomo invisibile” per la sua abilità di dipingere il proprio corpo per mimetizzarsi completamente con lo sfondo e su KAWS (Brian Donnelly) famoso per sostituire i volti dei modelli sui manifesti pubblicitari con il suo iconico personaggio dai teschi incrociati.

Il percorso di visita è completato da un doveroso omaggio ad alcuni tra i precursori dell’arte “ribelle” a partire da due dei massimi esponenti della Pop Art internazionale: Andy Warhol e Mario Schifano. Un’attenzione particolare meritano anche altri due artisti italiani: Nello Petrucci e Angelo Accardi, rappresentanti di un’arte che supera i confini dell’immaginazione per sconfinare in una dimensione surreale. 

 

La mostra Banksy e altre storie di artisti ribelli invita i visitatori a riflettere sull’ equilibrio delicato tra denuncia radicale e compromesso nel mondo dell’arte, il cui fine deve essere sempre quello di trasformare la contestazione in un linguaggio capace di comunicare con un pubblico sempre più numeroso.

Bansky

 https://www.locusfestival.it/

 

Claudia Mastrorilli