27.04.2019 – Il Teatro Pubblico Pugliese ha chiuso, in grande stile, la Stagione di Prosa 2019 ospitando un personaggio d’eccezione che ha portato in scena una perla preziosa, il suo Novecento.

Parliamo di Alessandro Baricco, naturalmente, che il 23 e il 24 aprile scorsi, ha letteralmente avvolto, in un abbraccio, il pubblico del Teatro Petruzzelli, con la lettura di una storia che continua ad incantare in tutte le forme in cui viene presentata.

Indimenticabile infatti La Leggenda del Pianista sull’Oceano, film di Giuseppe Tornatore, con musiche di Ennio Morricone, tratto appunto dal libro Nocvecento di Baricco.

“Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla”.

Dunque dopo il libro e il film, la lettura sembra quasi un passo piacevolmente obbligato in quanto la storia di Novecento continua a raccontarsi e a farsi raccontare, ascoltarla è stata una emozione per un pubblico attento che, per due ore, ha riempito il teatro di un silenzio “chiassoso”, il battito dei cuori si toccava con mano.

Il monologo teatrale di Baricco è stato presentato in maniera molto semplice, regia e scenografia essenziali curate da Baricco, assieme a Tommaso Arosio e Eleonora, musiche originali di Nicola Teacari, registrate e non live.

Baricco, pur avendo scritto un monologo teatrale non ha cercato una rappresentazione teatrale ma ha messo in scena quello che di solito si fa con un libro, una lettura “senza fronzoli”, Novecento non ne ha bisogno, le parole emozionano da sole.

Le vedi scorrere sul palco, tra il pubblico, scivolano esattamente come la musica sul Virginian, ed è proprio a bordo che Baricco ci fa salire, con lui, con Novecento.

Ci troviamo a suonare quei tasti, solo 88, una combinazione finita in cui anche noi, almeno per un po’, ci sentiamo infiniti.

“Ora tu pensa: un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi suonare. Loro sono 88, tu sei infinito. Questo a me piace. Questo lo si può vivere. Ma se tu, ma se io salgo su quella scaletta, e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti, milioni e miliardi di tasti, che non finiscono mai, e questa è la verità, che non finiscono mai e quella tastiera è infinita… Se quella tastiera è infinita, allora su quella tastiera non c’è musica che puoi suonare. Tu sei seduto sul seggiolino sbagliato: quello è il pianoforte su cui suona Dio. Cristo, ma le vedevi le strade? Anche solo le strade. Ce n’è a migliaia, come fate voi laggiù a sceglierne una, a scegliere una donna, una casa, una terra che sia la vostra, un paesaggio da guardare, un modo di morire. Tutto quel mondo, quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce e quanto ce n’è. Non avete mai paura, voi, di finire in mille pezzi solo a pensarla, quell’enormità, solo a pensarla?”

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Manuela Bellomo