25.11.2015 – Figlio della nostra amata Puglia, Raffaele Casarano, musicista compositore classe 1981,  diplomatasi in sassofono nel luglio 2004 presso il Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce dopo aver iniziato i suoi studi musicali presso  il Conservatorio “N. Piccinni” di Bari, giunge con “Medina” alla sua quinta pubblicazione, terza con la prestigiosa etichetta Tuk Music di Paolo Fresu, vera e propria fucina di talenti.

E come il titolo fa presagire, “Medina” rappresenta un “dedalo di strade immaginarie dentro le quali perdersi e ritrovarsi, sinonimo di una civiltà contemporanea alla perenne ricerca del nuovo. Un luogo dove convivere barattando saperi come nella Venezia di Marco Polo: città regale legata alla terra grazie al mare e luogo dalle mille calli e dalle mille fedi ” come lo stesso Casarano tende a sottolineare.

Immagine della copertina, firmata dall’architetto ed illustratrice Anna Sutor, una Venezia simbolo di una città ideale, luogo di incontro di diverse culture, ponte, un po’ come la stessa Lecce, verso l’altro, come in un mercato nel quale l’incontro e la diversità creano e costruiscono materia di conoscenza. Medina, in realtà , etimologicamente parlando viene da Madina, che in arabo appunto significa città. Una città antichissima, attualmente considerata dopo la Mecca, la seconda città musulmana al mondo. Ed oggi, più che mai nel triste momento storico che stiamo attraversando, Medina può diventare il simbolo di questa terra “sognata” alla quale noi tutti aspiriamo nella realtà.

Dal debutto discografico di  “Legend” ( Dodicilune Records ) nel 2005 nel quale ospite speciale alla tromba era proprio Paolo Fresu con la partecipazione dell’Orchestra del Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce, sono trascorsi ben dieci anni, nei quali il sassofonista salentino ha saputo costruirsi un intenso percorso di studi jazz perfezionati con il maestro Roberto Ottaviano ma anche attraverso master class con musicisti del calibro di Dave Liebman, Emiliano Rodriguez, Maurizio Giammarco tanto per citarne alcuni. Infinite le sue collaborazioni sia in ambito prettamente jazzistico che nel pop, dai Negramaro a Franco Califano, dai Buena Vista Social Club a Gian Maria Testa , da Javier Girotto a Lincoln Goines, da Gianluca Petrella a Moni Ovadia, dall’ Ensemble della Notte della Taranta agli Apres La Classe fino ad Eugenio Finardi, Paola Turci, Manu Katché , Erik Honoré e  tanti altri ancora.

Un percorso intenso e faticoso, che ha fatto di Raffaele Casarano uno dei massimi esponenti della New Jazz Generation italiana diventando ben presto uno dei massimi esponenti della Tuk Music di Paolo Fresu tanto da essere prodotto dallo stesso Fresu nel successivo progetto discografico dal titolo “Argento” (2010) e nel successivo  “Noè” (2013). Ma Raffaele Casarano non è solo questo e nella sua carriera artistica ha trovato spazio anche per promuovere i giovani talenti del jazz italiano. Egli è infatti direttore artistico insieme all’ associazione MusicAltra del Locomotive Jazz Festival, giunto alla sua decima edizione che si svolge nel mese di luglio nel suo piccolo paese natale Sogliano Cavour (Le).

Ascoltando “Medina” si ha subito l’impressione di trovarsi proprio al centro di quel crocevia immaginato dall’autore, punto di incontro tra diverse culture. Dal progetto “Jazz Bistrot”  sperimentato live due anni or sono, il perfetto  connubio tra la musica orchestrale grazie alla partecipazione dell’ Orchestra Sinfonica “Tito Schipa” diretta magistralmente dal maestro Alfonso Girardo e i live samples di Erik Honoré. Compagni d’ avventura anche Mirko Signorile al piano, Marco Bardoscia al contrabbasso, Cristiano Calcagnile alla batteria ed Alessandro Monteduro alle percussioni.  Sin dalle prime note ci si trova dinanzi ad un disco di rara bellezza per il suo fluire sinuoso in bilico tra musica classica e sinfonica, jazz ed elettronica mai invasiva. Il viaggio immaginario comincia con il toccante brano d’apertura “Remembering Esbjorn“, dedicata all’amatissimo pianista e compositore svedese Esbjorn Svensson scomparso prematuramente qualche anno addietro, nel quale le linee melodiche del pianoforte di Mirko Signorile e del sax di Casarano sembrano rincorrersi in una danza senza fine, sempre ben sostenute dalle aperture orchestrali e dall’elettronica minimale di Honoré. Segue il lirismo di “A due“, per poi lasciarsi cullare dai tappeti degli archi di “Click clock”  in un fluire dove il tempo sembra essersi fermato. Si continua con il pianoforte percussivo e decisamente jazz dello straordinario Mirko Signorile in  “Il paradiso degli sciocchi” per poi proseguire con la melodica ed accattivante “L’istrione” , ma le narrazioni sonore non finiscono qui e diventano preziosi orditi musicali in “Se vuoi andare via” fino a raggiungere vibranti momenti di bellezza in “Un amico immaginario” dai toni marcatamente jazz in cui ben si mostrano i virtuosismi di Signorile e Marco Bardoscia al contrabbasso. Si chiude con l’ evocativa “Africa” impreziosita dalle parole di Giuliano Sangiorgi cantate dallo stesso Raffaele Casarano e con la briosa cavalcata in divenire di  “L’allegra tristezza“.  Un disco di rara bellezza ed indiscutibile complessità,  che non fa che confermare l’ immenso  talento del compositore Raffaele Casarano, vero e proprio fiore all’occhiello della nostra amata Puglia, ormai nell’olimpo dei migliori compositori jazz della nostra penisola.

Claudia Mastrorilli