3.03.2017 – Sabato 4 marzo alle 18.00 presso il Teatro Petruzzelli di Bari andrà in scena la prima di Manon Lescaut di Giacomo Puccini, per la regia di Stephen Medcalf.

Trama:

Manon Lescaut (soprano), destinata alla vita monastica a causa della sua leggerezza ed indocilità, si incontra per caso con Renato Des Grieux (tenore), un giovane studente di provincia.

Fra i due sboccia d’improvviso un amore travolgente, e la fanciulla, riuscita a sfuggire ad un tentativo di rapimento che il ricco banchiere Geronte di Ravoir (basso), colpito anch’esso dalla sua grazia, aveva progettato, si lascia convincere da Des Grieux a seguirlo a Parigi. Qui gli amanti vivono ore felici: ma per poco, perché Manon ben presto non resiste alla tentazione del lusso e, con l’appoggio dell’equivoco fratello (baritono), si lascia irretire da Geronte, abbandonando Des Grieux. Questi però non rinuncia a Manon, per il cui amore aveva troncato i rapporti con la sua ricca e onorata famiglia, riducendosi in miseria; riesce a rintracciarla nel palazzo del vecchio gentiluomo e la investe violentemente, ricordandole i giorni del loro amore ed i sacrifici affrontati per lei.

Manon però non tarda, con il suo fascino, ad attrarre nuovamente a se il giovane che, dimentico dell’infedeltà, stringe la fanciulla in un abbraccio appassionato: così vengono sorpresi da Geronte che, per vendetta, denuncia Manon come prostituta. Condannata alla deportazione, Manon è rinchiusa con altre cortigiane nella prigione di Le Havre, dal cui porto l’indomani salperà per l’America un veliero con il suo carico doloroso. Des Grieux è disperato per la sorte riservata all’amata e cerca di salvarla ad ogni costo; un tentativo di fuga fallisce miseramente, ed egli allora comprende come nessuna speranza rimanga ormai di sottrarre Manon al suo destino.

Ma non vuole separarsi da lei ed ottiene, per la benevolenza del comandante della nave, il consenso di imbarcarsi come mozzo: condividerà quindi con la donna amata i rischi ed i patimenti della nuova esistenza. Nel deserto della Nuova Orleans, sotto il sole rovente, Manon e Des Grieux, dopo essere riusciti a fuggire, vagano senza meta, stremati dalla fatica. Manon è allo stremo delle forze: cade al suolo, incapace di proseguire.

Nessun soccorso può più offrirle ora il fedele amante, che lancia nello spazio il grido della sua disperazione; e la bella e voluttuosa Manon di un giorno muore fra le sue braccia, sorridendogli amorosamente per l’ultima volta.

“È corretto –spiega il regista- considerare Manon Lescaut una fuga dal Settecento. Una fuga molto personale, architettata da Puccini che forse in questo modo sta inscenando la propria fuga dal melodramma del suo tempo. È un’ipotesi affascinante immaginare il musicista ancora giovane che prova a lasciarsi alle spalle tutto, per seguire una strada nuova. Sia in senso letterale che simbolico il deserto del quarto atto rappresenta il Mondo Nuovo. Mi sono preoccupato anche di capire come potesse essere fatto il XVIII secolo pucciniano. La lente leggermente deformante con cui il musicista rappresenta il secolo di Prévost mi ha rammentato le raffigurazioni di ambienti colte da William Hogarth”.

Ho pensato in genere alla pittura di Hogarth e naturalmente anche alle sue incisioni. Ma il pittore inglese del Settecento non sarebbe bastato perché Manon Lescaut è un’opera scritta alla fine del XIX secolo. Così ci ha soccorso Aubrey Beardsley, con le sue scene galanti deformate e in bianco e nero, affollate di specchi, di cicisbei, di fanciulle perturbanti insidiate da vecchi. È un Settecento decolorato, come quello che apparirà nel secondo atto del nostro spettacolo.

Puccini mostra una particolare inclinazione per i giovani. Des Grieux è un personaggio dominato dall’impulso, dalla passione che lo rende cieco. Manon è uno dei primi esempi della sottigliezza pucciniana nel ritrarre le psicologie femminili”.

Tutto questo, aggiungo alle parole del regista, in un’ambientazione musicale fatta di pessimismo e di un cupo malessere  che accompagna la storia dei due giovani, e del loro amore impossibile e colpevole, nella tragica conclusione in una landa della Louisiana.

Cast:

Daranno vita all’opera: Maria Pia Piscitelli (Manon Lescaut 4/7/9/12 marzo), Tiziana Caruso (Manon Lescaut 6/8/10/13 marzo), Francesco Anile (Renato De Grieux 4/7/9/12 marzo), Sung Kyu Park (Renato De Grieux 6/8/10/13 marzo), Leo An (Lescaut 4/7/9/12 marzo), Filippo Polinelli (Lescaut 6/8/10/13 marzo), Domenico Colaianni (Geronte di Ravoir), Marco Ciaponi (Edmondo), Murat Can Guvem (Un lampionaio), Elena Traversi (Un musico), Alberto Comes (Un oste), Gianluca Bocchino (Il maestro di ballo), Raffaele Raffio (Un sergente degli arcieri), Federico Cavarzan (Il comandante di Marina).

Dirigerà l’Orchestra del Teatro Petruzzelli Giuseppe La Malfa, maestro del Coro della Fondazione Petruzzelli Fabrizio Cassi.
A curare le scene ed i costumi Jamie Vartan, il disegno luci Simon Corder.
L’allestimento scenico è della Fondazione Teatro Regio di Parma.
Il dramma lirico in quattro atti su libretto di Luigi Illica, Marco Praga, Domenico Oliva, Ruggero Leoncavallo, fu rappresentato per la prima volta al Teatro Regio di Torino il primo febbraio 1893.
In replica lunedì 6, martedì 7, mercoledì 8, giovedì 9 e venerdì 10 marzo alle 20.30, domenica 12 marzo alle 18.00 e lunedì 13 marzo alle 20.30.
I biglietti sono in vendita al botteghino del Teatro Petruzzelli e on line su www.bookingshow.it.
Informazioni: 080.975.28.10.

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Video e montaggio Arcieri

Paolo Cilfone