3.11.2015 – Dopo l’ attesissimo appuntamento mattutino con la leggenda vivente del rock Brian Eno, la giornata inaugurale della quinta edizione del Medimex, il salone dell’innovazione musicale organizzato da Puglia Sounds, ha ospitato tra gli “incontri d’ autore” il pianista e compositore torinese Ludovico Einaudi. 

Figlio dell’editore Giulio Einaudi e nipote di Luigi Einaudi  (presidente della Repubblica dal 1948 al 1955) il compositore si è presentato alle 17.30 sul palco dell’Arena per poter incontrare il pubblico accorso numerosissimo all’evento. Presentato dai giornalisti e critici musicali Ernesto Assante e Pierfrancesco Pacoda, Einaudi ha saputo illustrare il suo percorso musicale che lo ha portato ad affermarsi, con oltre 750mila dischi e cd venduti in tutto il mondo, come uno dei massimi compositori di musica classica contemporanea, amato moltissimo anche dai giovanissimi.

Egli  ha illustrato il suo ultimo progetto  “Elements” , uscito il 16 ottobre per la prestigiosa Decca, a poco più di due anni e mezzo di distanza da “In a Time Lapse”  e a pochi mesi da “Taranta Project”,  progetto conclusivo della sua esperienza di Maestro Concertatore alla Notte della Taranta nel 2010. “La notte della Taranta mi ha dato la possibilità di poter guardare al Sud in un’altra prospettiva. Da uomo del Nord il mio cuore si è allargato ad abbracciare una parte d’Italia che non conoscevo. Una grande esperienza musicale ma soprattutto una grande esperienza umana” asserisce Einaudi. “E’ stata una tappa molto importante della mia carriera artistica che mi ha consentito di approfondire la cultura popolare pugliese e di metterla a confronto con altre culture popolari del mondo. Molti dei miei attuali collaboratori, come Mauro Durante e Riccardo Laganà, sono inoltre pugliesi, conosciuti proprio in quella occasione”, continua il maestro.

Prosegue poi, descrivendo il metodo compositivo di “Elements”, nato da un desiderio profondo di ricominciare daccapo, di intraprendere un nuovo percorso di conoscenza. E’ dal caos primordiale che hanno pian piano preso forma i brani dell’album . “Sono stato ispirato anche dall’arte figurativa. Ritengo sia molto interessante effettuare un confronto tra scienza, filosofia e varie forme artistiche come la pittura per poter trarre elementi utili nella propria disciplina. Esiste una interazione tra le varie forme d’arte che va oltre. Un esempio è lo stesso Renzo Piano che si ispirò ad un’ onda per progettare l’aeroporto di Osaka. Anche la lettura mi ha dato degli spunti interessanti alla composizione.

A tal proposito ho acquistato “Elementi di geometria” di Euclide e ho notato che anche l’osservazione geometrica ha destato molto interesse in me” afferma il compositore . E continua : “la musica è come un’ architettura, un palazzo capace però di disegnare città invisibili in ognuno di noi. Nella mia infanzia sono cresciuto con una presenza quasi familiare, quella di Italo Calvino che oltre a lavorare con mio padre, abitava nello stesso nostro edificio e spesso si recava a cena da noi.  Ebbene facendo un paragone, se nelle “Città invisibili” vi sono una serie di racconti che descrivono dei luoghi immaginari finiti ma non completamente definitivi, la musica ha la capacità di disegnare città invisibili che sono differenti per ognuno di noi, Le architetture sonore sono le sole immaginarie”.

Ludovico Einaudi, disponibile ed affabile risponde alle domande del pubblico, racconta ancora di quando un rumore metallico proveniente dalle scale del suo appartamento gli ispirò  un brano del suo ultimo progetto e alla domanda di un giovanissimo fan sul genere al quale ritiene di appartenere, risponde pazientemente che non ama definire la sua musica classificandola o relegandola in un confine predefinito. Invitato a suonare qualcosa su un pianoforte a coda montato sul palco per l’occasione, il maestro circondato da fan e fotografi, comincia a suonare non risparmiandosi. La musica rende muta così ogni parola, portando ogni ascoltatore in una dimensione onirica e difficilmente collocabile. Grazie al maestro Einaudi. Grazie alla sua musica.

Claudia Mastrorilli