29.12.2016 – Tre repliche, 15,16 e 17 dicembre scorsi, per lo spettacolo della Compagnia del Sole, gradito ritorno presso il teatro Kismet per la stagione di prosa, ancora in corso, dei Teatri di Bari.

E’ la volta di Love & Money: pièce scritta da Dennis Kelly, scrittore inglese che, ancora giovane, si è ormai affermato a livello internazionale e mondiale con la drammaturgia.

La regia è firmata dalla bravissima Marinella Anaclerio, mentre in scena agiscono Stella Addario, Flavio Albanese,Antonella Carone,Patrizia Labianca, Tony Marzolla e Domenico Piscopo.

In breve trattasi della storia della coppia David-Jess: viene raccontata per episodi/scene, mentre David la descrive via e-mail ad altra potenziale nuova amante. Quest’ultima, però, dopo il riferito dubbio decesso (suicidio/omicidio) di Jess, motivato dallo schiacciante indebitamento in cui erano finiti a causa dei falsi bisogni, interromperà la corrispondenza mentre le scene continueranno ad apparire e a dipanarsi dinanzi al pubblico.

I quadri scenici, esemplificativi della infelice vita di coppia, si susseguono tornando indietro nel tempo da episodio in episodio. Lo spazio scenico curato da Luigi Spezzacatene, ridotto all’essenziale, è delimitato da irregolari, geometriche e bianche quinte che ne ridimensionano notevolmente anche il palcoscenico nella misura che basta per consentire agli attori, in genere due/tre  per episodio, a relazionarsi in coinvolgenti  conversazioni e poco movimento.

Si risale così indietro nel tempo a quando David e Jess, entrando con una panca che arrederà uno spazio cimiteriale, salutano la figlia ivi sepolta; inizia, subito dopo, una conversazione polemica perchè non sopportano la costruzione di altra tomba altissima contigua a quella della figlia, costruita prima, in quanto le fa ombra. Non potendosi permettere di meglio, trovano, allora, più facile  cominciare a danneggiare la tomba dei vicini invece di accettare la situazione reale e, soprattutto ad infrangere la sacralità ivi diffusa  e riservata non solo ai morti, ma anche ai vivi!

Continuando a ritroso (ma non sempre cronologicamente  in maniera ordinata) si rappresenta l’episodio in cui David cerca disperatamente lavoro presso un’azienda  e dove vi dichiara la disponibilità ad offrire la sua forza lavoro, corpo compreso, pur di lavorare; chi domanda e chi offre  rappresentano fotosintetizzatori di denaro, e pur consci della solitudine della vita di ciascuno, ne rimangono ostaggi.

Di scena in scena, si giunge a quella che meglio racchiude il dramma dell’umanità contemporanea schiacciata dal materialismo imperante: si svolge in un ospedale ove è stato trasportato un uomo che muore di lì a poco, e del cui accoltellamento lei, Jess, è stata testimone oculare in quanto si consumava mentre dava sfogo all’ennesimo acquisto compulsivo.

La situazione dal ritmo sostenuto diventa tragicomica: Jess svela al marito che si trovava lì per acquistare pochi cd, e questi si arrabbia sempre più per il nuovo acquisto effettuato, la donna continua a sottolineare al marito che lei si era solo limitata ad acquistare pochi cd mentre quell’uomo era stato accoltellato per futili motivi. Nefasta profezia!

Chiude la pièce l’ultima scena in cui rimane solo lei Jess (Patrizia Labianca) che con una convincente ed entusiasmante interpretazione monologica, di tipo filosofico, lancia la morale secondo cui è ora di desiderare la felicità al di là della materia perchè non tutto è polvere.

Il monologo continua sull’innamoramento e sull’amore: ci ricorda che se è vero che nessuno sa bene  della nascita dell’universo o degli universi in cui ogni possibilità si esaurisce, è pur vero che è possibile un mondo diverso, uno fatto di carne, ossa e amore e non di numeri, cifre, soldi.

Tutti cerchiamo qualcosa e allora bisogna guardare avanti, ad uno scopo, perchè c’è qualcosa altro che  non può rimanere  nella polvere.

La pièce si chiude trasmettendo allo spettatore proprio l’entusiasmo della speranza di una vita più felice; di certo un bel dono per la nostra edonistica società!

Sarebbe auspicabile si diffondesse anche per il pubblico dei nostri teatri quella ottima pratica già in essere presso altri teatri europei dove gli spettatori arrivano a seguire lo spettacolo dopo averne letto  la pièce di cui seguirà la messa in scena.

In altri teatri gli spettatori seguono la pièce direttamente con un libretto che viene consegnato prima dell’inizio dello spettacolo: perchè non contribuire a rendere note le opere di valenti drammaturghi viventi e, all’occorrenza, anche a colmare con la lettura qualche possibile lacuna della messa in scena?

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Emilia Brescia