15.03.2016 – Un omaggio al più grande cantautore di tutti i tempi, Bob Dylan, da parte di un maestro quale Francesco De Gregori, menestrello instancabile della nostra canzone d’ autore, che il 9 marzo scorso ha toccato anche la nostra città come data del tour promozionale “Amore e Furto“, omonimo e ventiduesimo album pubblicato il 30 ottobre scorso, entrato direttamente al primo posto della classifica dei dischi più venduti della settimana Top of the music FIMI/GfK.

Anticipato in radio dal fortunato singolo “Un angioletto come te“, adattamento in italiano del celebre brano del 1973 di Dylan “Sweetheart  like you”,  l ‘album contiene in realtà undici testi cantati dallo stesso cantautore romano in una traduzione decisamente fedele dei capolavori del grande folk singer americano. Non è una novità infatti che Francesco De Gregori, considerato come il “Principe” della canzone italiana, abbia voluto rendere omaggio a colui che da sempre ha rappresentato un modello da cui trarre ispirazione. L’ amore per una metrica informale, il carattere decisamente ribelle, sono tratti comuni che De Gregori ha infatti con l’artista statunitense ed il suo album “Amore e furto” ( “Love and Theft” )  rappresenta  una sfida decisamente ardua per il paragone inevitabile con i brani originali di cui non sempre però, riesce a rispettarne il profondo lirismo.

Francesco De Gregori, fedele più possibile oltre che nelle traduzioni dei testi anche negli strepitosi arrangiamenti effettuati da nomi del calibro di Daniel Lanois o Mark Knopfler, ha così effettuato una tracklist dei brani da scegliere per il suo album anche in base alla possibilità di essere tradotti in italiano. Moltissime canzoni, come l’amatissima  “My Back Pages” sono così state tagliate fuori per una difficoltà di traduzione soprattutto per la metrica, non sempre facile da rispettare nella lingua italiana.

Al Teatro Team di Bari sold out, il  “Principe” ha decisamente ammaliato il suo pubblico, accorso numerosissimo da ogni parte della regione per acclamare il suo idolo. Ad accompagnarlo sul palco, la sua band formata dal bassista e produttore Guido Guglielminetti, i chitarristi Paolo Giovenchi, Lucio Bardi e Alessandro Valle, il tastierista Alessandro Arianti, il batterista Stefano Parenti, la violinista Elena Cirillo e Giorgio Tebaldi, Giancarlo Romani e Stefano Ribecca (rispettivamente trombone, tromba e sax). Il pubblico appare sin da subito concentratissimo nel seguire la prima parte del concerto, tutto incentrato sulla proposta dylaniana. Una sorta di “De Gregori canta Bob Dylan” con ben otto brani dell’ album (“Via della povertà”, “Acido seminterrato”, “Non è buio ancora”,  ” Servire qualcuno” , “Non dirle che non è così”, “Mondo politico”, “Un angioletto come te” , “Come il giorno”) di cui ne restano fuori solo tre “Una serie di sogni” , “Dignità” e “Tweedle Dum & Tweedle Dee” di difficile esecuzione live, per il gran lavoro di produzione effettuato in studio di registrazione. In un crescendo di emozioni,  si giunge così alla seconda parte del live tutta incentrata sui brani più celebri del cantautore romano a cominciare dal brano “A Pa” dedicato a Pier Paolo Pasolini, per poi proseguire nell’ entusiasmo del pubblico  con “Generale “, “Buonanotte fiorellino” e  “Adelante, Adelante ” fino a terminare con l’ emozionante “La storia” ed i cavalli di battaglia “Pablo”, “Rimmel” e  La donna Cannone”.

Acclamato a gran voce e visibilmente commosso , il “Principe” si concede ancora in due bis “La donna cannone ” e la dolcissima “Buonanotte fiorellino”  con la quale il pubblico, decisamente soddisfatto, sembra lasciarsi cullare in una lieve ninna nanna.

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Claudia Mastrorilli

Foto di Alberto Peconio