29.09.2016 – Dopo “Il Festival del Libro Possibile”, l’Associazione Culturale Artes in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Conversano e la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico di Roma, regala un’altra lodevole iniziativa di altissimo livello culturale sul territorio pugliese quale la mostra di ben 50 opere d’ arte del celebre artista Giorgio de Chirico.

A fare da cornice ai ventisette dipinti, otto acquerelli, dieci litografie e cinque sculture del maestro, il bellissimo castello aragonese di Conversano, ispiratore del progetto curato dalla dott.ssa Mariastella  Margozzi intitolato per l’appunto  “Ritorno al castello”  in ricordo delle tele a tema cavalleresco  facenti parte della produzione artistica a cavallo tra gli anni ’40 e gli anni ’70.  La pregevole mostra  (aperta al pubblico tutti i giorni  dalle 9.30 – 13.30 e 17.00 dal 10 luglio al 1 novembre)  rappresenta un viaggio all’interno della complessa figura dell’ artista greco vissuto per decenni, nell’amata residenza  sulla bellissima Piazza di Spagna a Roma.

Tracciare la personalità di de Chirico è impresa assai ardua. Inventore  dell’Arte Metafisica a lui rivelatasi in Piazza Santa Croce a Firenze, nella sua pittura il Maestro sembra ben sintetizzare lo stupore dell’ “osservare tutto come fosse la prima volta”, dove la stessa opera d’ arte è un enigma. Le piazze sono nello stesso tempo vuote ed eterne, abitate non da figure umane bensì solo da apparenze umane, a volte appena delineate in lontananza.

I dipinti presenti all’interno della mostra sono  suddivisi tra il  “tema cavalleresco”, che racchiude anche alcuni saggi di recupero da parte dell’ artista della pittura barocca e dell’amatissimo  Rubens, alcuni ritratti e “vite silenti” di grande suggestione che evocano il genere pittorico più amato del seicento e alcuni dipinti della cosiddetta “Neo-metafisica” (1968- 1978) nella quale de Chirico si cimenta nella rielaborazione di alcuni soggetti classici della prima Metafisica, di cui fu il principale esponente.

Importante anche la figura inquietante  del Manichino, dalla testa ovoidale e senza volto, nata tra il 1912 e il 1924, ma anche i cosiddetti “interni metafisici” del  periodo ferrarese, caratterizzati da una prospettiva accelerata, tesa a coinvolgere in toto gli elementi architettonici di una stanza al cui interno si stagliano strumenti da disegno, righe, squadre, e vassoi dal colore blu contenenti i tipici biscotti ferraresi.

Molto interessanti anche le litografie, gli acquerelli, capaci di evidenziare l’eccellente segno grafico del Maestro e le sculture nate con il preciso scopo di  “iconizzare”  i temi più importanti della sua avventura artistica: le Muse, i Trovatori, gli Archeologi e  i Cavalli antichi.

http://www.dechiricoconversano.com/it/

Claudia Mastrorilli