30.03.2015 – La rassegna teatrale del Kismet Opera di Bari “Corpo a Corpo” il 21 e 22 febbraio è stata attraversata dalla forte scossa di “Darling” provocata dalla compagnia Ricci/Forte. Realizzazione spettacolare e complessa tra poesia, musica rock e classica, burattini, teatro-danza e performing-art. Ognuna di queste forme d’arte entra nello spettacolo per la realizzazione delle varie scene che si dipanano intorno a un pesantissimo container verde militare e con i quattro attori che agiscono al di sopra, intorno ed all’interno di esso, ora vestiti elegantemente, ora con abiti tecnici, ora completamente nudi. La sequenza delle scene, invece, ha il suo comune denominatore nella lotta, fisica e non, tra umani, addirittura stretti familiari (Darling), che puntualmente ha il suo epilogo tragico in virtù del motto “homo homini lupus!”E così l’Orestea di Eschilo viene utilizzata per tale scopo, anche se destrutturata e con i burattini.

E i morti vengono ricordati, ma per una seduta spiritica. E ancora gli uomini non riescono a ritrovarsi e ognuno si burla dell’altro, come nel gioco della “mosca cieca”; in tuta arancione da intervento di emergenza si impegnano in un lavoro corporeo pesantissimo con sottofondo musicale classico e poi rock e poi con marcia funebre per l’amara e vera considerazione che “nessuno può salvare l’uomo accecato dall’oro”.

E allora dinanzi a cotanto male umano una domanda si impone “Cosa resta del miracolo della nascita?” se si continuano a far crescere nuove creature annaffiandole con solo sangue nei vasi in cui si impiantano? Questa fragilità ed incapacità di porre fine al male passa proprio attraverso questa vera e propria installazione preparata dagli attori; ma con il consueto Walzer di Capodanno la speranza di uomini e donne per un anno migliore riaffiora per poi interrompersi violentemente a causa di un nuovo triste e fatale evento.

Uno spettacolo avvincente; ma tanto rumore e tanto sforzo è stato spiegato dai bravissimi attori della compagnia alla guida della scuola formativa L’école des maitres proprio per nulla? Forse si, ma almeno continuiamo a coltivare il desiderio di tentare ancora a danzare un altro walzer viennese il prossimo primo dell’anno.

Emilia Brescia