21.10.2020 – Torre Sant’Emiliano è una delle molteplici torri costiere che caratterizzano le coste pugliesi. Luoghi, oggi affascinanti, che la storia ha reso importanti per il loro ruolo di difesa e di comunicazione.

Ci soffermeremo, in particolare, su una torre costiera del Salento, posta sul litorale di Otranto, la prima a nord sull’Adriatico, che domina l’insenatura da Porto Badisco fino a Punta Palascìa (nota per il Faro da cui si gode la prima alba italiana di ogni nuovo anno).

La torre Sant’Emiliano, situata a 100 metri dal mare e ad una altitudine di 50 m, probabilmente prende il nome da una cappella votiva presente nella zona.

Non ci sono informazioni relative alla costruzione, tuttavia la torre è presente in molti documenti e nella cartografia storica dal XVI secolo con il nome di Torre di San Milano.

La torre è ormai in totale degrado ma rimane un alto basamento (9 metri di diametro), di forma troncoconica, che si raccorda al residuo del piano agibile.

Questo permette di individuare, sul lato monte, la porta levatoia, alla cui base è presente un ampio squarcio, causato da un cedimento.

Arrivare alla torre Sant’Emiliano prevede una lunga scarpinata che vale davvero la pena fare, considerando lo spettacolo paesaggistico immenso, difronte al quale ci si trova.

Tutta la zona circostante è protetta da vincolo paesaggistico e nei fondali vicini alla costa sono stati ritrovati i resti di navigli corsari.

Numerosi i percorsi di trekking che portano alla torre e poi scendono verso il mare cristallino e le bellissime spiagge. Il tutto è condito dai profumi della macchia mediterranea.

Sfogliando le foto non possiamo che immaginare la sensazione di piccolezza davanti alla profondità di un orizzonte apparentemente lontano che, tuttavia, chiudendo gli occhi sembra quasi sfiorarci la punta del naso.

E’ l’orizzonte delle conquiste, dei commerci, di un mondo a noi sconosciuto e lontano, di cui la nostra terra brulicava e intorno a cui costruiva la sua storia.

Guardare il mare dalle torri costiere ci conduce alla ricerca delle nostre radici e, perchè no, della nostra anima in fuga, che forse, per un solo istante, in questi luoghi si potrebbe far acchiappare!

Foto di Tommaso Mianulli che ringraziamo.

Manuela Bellomo